STEFANIA TAVELLA
Cronaca

Latino alle medie e la Bibbia. La riforma che divide

Dal ritorno del latino all’abolizione della geostoria, dalla centralità delle "civiltà italiche" alla lettura della Bibbia in classe. Fanno discutere...

Dal ritorno del latino all’abolizione della geostoria, dalla centralità delle "civiltà italiche" alla lettura della Bibbia in classe. Fanno discutere le nuove linee guida per le scuole elementari e medie annunciate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che, se approvate, entreranno in vigore a partire dall’anno scolastico 2026-27. Tra le principali novità al centro del dibattito spicca il ritorno del latino, che potrebbe essere introdotto in via facoltativa già a partire dalla seconda media, ma anche l’inclusione della lettura della Bibbia nei programmi ministeriali. Le nuove indicazioni nazionali, anticipate dal ministro in un’intervista al "Giornale", hanno già acceso da nord a sud numerose polemiche non soltanto nel mondo della scuola ma anche in quello politico e sociale. Se da un lato c’è chi applaude al lavoro della commissione che "punta al recupero delle radici culturali e linguistiche del nostro Paese", dall’altro c’è chi avanza non poche perplessità sulla bozza di riforma parlando di "ritorno al passato in nome di un progetto identitario che non risponde ai bisogni di una società e una scuola sempre più composite e multiculturali". Ma come si sta sviluppando a livello locale questo dibattito? Per capirlo abbiamo raccolto le opinioni di tre esponenti del territorio pisano con ruoli diversi e di diversa formazione: Donatella Puliga, classicista e docente prima al "Galilei" e poi all’Università di Siena, don Armando Zappolini, "parroco no-global" di Ponsacco, e il sindaco di Cascina e professore di inglese Michelangelo Betti.

Stefania Tavella