Lavoro e disabilità. Sindrome di Down i sindacati firmano un protocollo con Aipd

Due gli obiettivi principali del progetto: mappare i posti sul territorio e l’inserimento con la fase di tutoraggio. "Quarantamila iscritti al centro impiego in Toscana, solo il 10% trova un collocamento".

Lavoro e disabilità. Sindrome di Down i sindacati firmano un protocollo con Aipd

Lavoro e disabilità. Sindrome di Down i sindacati firmano un protocollo con Aipd

Un protocollo tra Cgil, Cisl, Uil e l’Associazione Italiana Persone Down di Pisa per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con sindrome di Down. È l’accordo firmato ieri mattina nella Camera del Lavoro a Pisa dalle organizzazioni sindacali, che si impegnano a promuovere e coordinare direttamente, anche attraverso le proprie categorie e in generale con tutti i loro iscritti e delegati, tutte le azioni atte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con sindrome di Down. "Un passo importante – ha commentato Alessandra Testi, responsabile lavoro AIPD –; il protocollo si basa su due punti fondamentali: la mappatura, attraverso i sindacati, di quelle realtà e aziende dove sarà possibile inserire i futuri lavoratori, e la parte dell’inserimento con tutoraggio e formazione per accompagnare aziende e lavoratori mano nella mano in questa avventura". A firmare il protocollo d’intesa, Sandro Del Rosso, presidente dell’AIPD, Alessandro Gasparri e Angelo Colombo in qualità di segretari generali di Cgil e Uil, e Giorgia Bumma, segretaria territoriale Cisl. "Questo è l’inizio di un percorso – ha detto Gasparri –; vorremmo allargarci in futuro con questo protocollo alle altre sigle sindacali e associazioni di categoria del territorio, per lavorare insieme e creare percorsi di prospettiva". I lavoratori nelle liste del centro per l’impiego con disabilità in Toscana sono 40 mila, e spiega Giorgia Bumma della Cisl: "Solo il 10% trova lavoro". Un dato in linea con quello nazionale, che l’AIPD sta cercando di contrastare con i suoi progetti. "Contiamo tra coloro che seguiamo – ha spiegato Testi – 52 persone in età lavorativa; tra loro, 12 lavorano con contratto a tempo indeterminato e 10 sono fin da subito inseribili nel mondo del lavoro, grazie alle competenze maturate attraverso i nostri progetti di crescita e di lavoro sull’autodeterminazione". Tra loro Davide e Fabrizio, che hanno raccontato: "Ho 31 anni e lavoro da 6 anni come barista nel McDonald di Navacchio – ha detto Davide –; mi trovo bene e tutti mi vogliono bene". Lo stesso per Fabrizio, che inizierà la sua avventura la prossima settimana. "Ho 32 anni, lavorerò all’hotel La Pace, non vedo l’ora di cominciare". Ciò che il progetto vuole evitare è "qualsiasi forma di assistenzialismo e pietismo – ha detto Sandro Del Rosso (AIPD) –; crediamo che ogni persona abbia diritti ben precisi, in funzione anche delle sue potenzialità, a garanzia che le persone selezionate e le aziende abbiano reciproca soddisfazione. Inclusione significa infatti essere alla pari".

Enrico Mattia Del Punta