"Le parole costruiscono mondi. E cambiano il corso della storia"

Scuola di Educazione Civica, seconda giornata di lezioni per 40 studenti di quinta superiore provenienti da tutta Italia. Focus sulla violenza di genere .

"Le parole costruiscono mondi. E cambiano il corso della storia"

"Le parole costruiscono mondi. E cambiano il corso della storia"

di Gabriele Masiero

PISA

Numeri impietosi e parole che costruiscono mondi e cambiano il corso della storia. Un’ora e mezzo di dialogo tra Anna Loretoni, preside della Classe di Scienze Sociali e docente di filosofia politica della Scuola Superiore Sant’Anna e Agnese Pini, direttrice Qn La Nazione, il Resto del Carlino, Il Giorno, per discutere di violenza di genere e comprendere quanti progressi sono stati fatti per debellarla, ma soprattutto quanto di moltissimo resta da fare per scrivere pagine diverse ed essere protagonisti della propria storia. Personale e collettiva. La platea ad ascoltare, riflettere e interrogarsi era quella dei 40 ragazzi provenienti da tutta Italia, che alla Villa del Gombo di San Rossore, già residenza presidenziale, ospita la tre giorni di eventi, talk e laboratori per imparare a leggere la realtà che cambia grazie alla "Scuola di Educazione Civica" ideata da un gruppo di allievi della Scuola Superiore Sant’Anna.

"La violenza maschile contro le donne - ha spiegato Loretoni - non è un’eccezione, una devianza rispetto alla normalità sociale. Purtroppo è la norma, è sistemica. Lo dimostrano i numeri: nell’unione europea una donna su tre ha subito violenza fisica e psicologica, una su due ha subito molestie sessuali, una donna su 20 è stata vittima di stupro, una su 5 di stalking e il 95% delle donne vittima di traffico di esseri umani ha subito violenza sessuale". Ma a rendere, se possibile, più drammatica e inaccettabile questa fotografia, sono altri numeri (non opinioni), forniti da Loretoni: "Nel 48% dei casi l’autore delle violenze è il marito, nel 12% il convivente e nel 23% l’ex partner. Nel 70% dei casi di violenza sessuale l’autore è il partner o l’ex partner e nel 62,4% dei casi la violenza è commessa davanti ai figli. Così come il 46,3% dei femminicidi è commesso dal partner e il 10,6% dall’uomo appena abbandonato. Per lo più questi orrori avvengono per mano di persone mature (tra i 35 i 45 anni), istruite e lucide. Ciò dimostra che non si tratta di raptus, ma di violenze pianificate". Ecco perché allora anche l’uso del linguaggio aiuta a cambiare mentalità, sconfiggere pregiudizi e scrivere una nuova storia. "E il ruolo dell’informazione e dei giornalisti - ha spiegato Agnese Pini - è molto importante. I tempi sono cambiati e, anche grazie al Me Too, che è stato importantissimo, oggi la sensibilità dell’opinione pubblica è cambiata". Ma il futuro, ha aggiunto rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze in sala (tutti all’ultimo anno di scuola superiore), "siete voi e potete costruirvi la vostra storia, molto diversa oggi anche dalla mia di quando avevo la vostra età: i progressi ci sono e sono stati rapidi, ma il lavoro non finisce mai e ciò che conta è scegliere il linguaggio giusto e comprendere che la sfida che stiamo affrontando è difficilissima, ma noi, voi, tutti insieme, gli uomini e le donne possono farcela: usando le parole giuste, che creano mondi e consapevolezze".