REDAZIONE PISA

"Le urla e i soccorsi: così morì Marianeve"

Piccola deceduta a scuola, le deposizioni spontanee delle due maestre sotto processo. "La spugna è materiale scolastico normale"

Per l’ennesima volta si rivive il dolore. In aula ci sono i nonni della piccola che hanno seguito tutta la vicenda giudiziaria. Morte di Marianeve, la bimba di 6 anni che soffocò con un pezzo di spugna alla scuola Agazzi di Pisa. A fine anno scorso, la sua maestra di sostegno è stata condannata a 4 mesi con sospensione condizionale e non menzione. Roberta Castellani era stata assolta in abbreviato dal giudice di Pisa, dottor Pietro Murano. Nell’altro filone, si è avvalsa della facoltà di non rispondere in attesa che la sua posizione sia definita in Cassazione. Ieri mattina, sono state le altre due maestre, Donatella Polvani, maestra cosiddetta ‘titolare’ (difesa dagli avvocati Max Giordano Marescalchi e Chiara Miele) ed Elena Marchetti (tutelata dal collega Marzio Piselli), ad essere ascoltate come imputate. Le due insegnanti hanno scelto di rendere spontanee dichiarazioni davanti alla giudice Messina e di non essere sottoposte al contraddittorio. Un racconto difficile per chi lo ha fatto e per chi lo ha ascoltato. "Ero stata chiamata a metà settembre dalla cooperativa per una sostituzione. Quel giorno non lo scorderò mai – ricostruisce Marchetti – È cominciato come tanti altri con una piccola colazione poi siamo usciti in giardino e rientrati" per organizzare il lavoretto (luci da colorare) per Natale. Era il 2 dicembre 2016. "Castellani aveva valutato che per Marianeve sarrebbe stato modificato. Polvani mi chiese se potevo aiutarla a preparare l’attività. Così riferii al mio alunno che ero fuori. Castellani si posizionò con il tavolino al centro della stanza. Dentro l’aula due bimbi cominciarono a bisticciare. Dopo poco, sentimmo urlare ‘Marianeve che cosa hai in bocca?’. Polvani rientrò in classe ed eseguì la manovra. Marianeve fu accompagnata fuori, sotto braccio ed era vigile. Io sono rimasta con gli altri bambini". Alla fine le forze dell’ordine aiutarono tutti i piccoli a uscire dalla finestra. Nel corridoio c’era il corpicino della loro compagna. Poi è Polvani a raccontare la sua versione, interrotta, all’inizio, dalle lacrime. "Quello che è successo ha cambiato la vita ai genitori di Marianeve ma anche a noi. La situazione quel giorno era fluida. Avevo affidato la bambina a Castellani che se ne occupava esclusivamente, la famiglia si fidava molto di lei. Mentre ero fuori dalla classe sentimmo Roberta urlare ‘apri la bocca’. Corsì dentro. Mi disse: “Mi sono distratta un attimo. Due bimbi mi hanno chiamato dicendo che Marianeve aveva in bocca qualcosa“. Provai a fare la manovra. Nei corsi di primo soccorso purtroppo ti insegnano a intervenire sempre e non quando è opportuno farlo. I materiali presenti a scuola sono didattici acquistati in un negozio specifico. Anche nella nuova scuola ho trovato le stesse cose". I legali (Salvatore Salidu, Elena Borsacchi e Stefani Tovani) che tutelano la famiglia chiedono spiegazioni ai colleghi su alcuni passaggi. Prossima udienza il 12 luglio con sette testi della difesa.

Antonia Casini