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Leggende, misteri e suggestione. Sulle tracce dei fantasmi pisani tra ville, palazzi e borghi di collina

Dal castello di Lari a Corliano, da Cascina ai Lungarni, fino al borgo disabitato di Toiano dove fu uccisa la Bella Elvira, vittima del primo femminicidio seguito dai mass media. Ce ne parla l’esperto ghost-hunter.

Leggende, misteri e suggestione. Sulle tracce dei fantasmi pisani tra ville, palazzi e borghi di collina

La suggestiva Villa Isnard a Cascina (Foto di Elena Pardini)

Pisa, 31 ottobre 2024 – È la notte di Ognissanti e un’orda di terribili creature cammina per le strade della città e del suo hinterland. Bambini, adolescenti e adulti, travestiti da mostri di ogni sorta, festeggiano quella che, per molte antiche culture, era la notte in cui il regno dei vivi e quello dei morti entravano in contatto. Eppure, secondo le leggende, le notti pisane nelle quali è possibile trovarsi faccia a faccia con il soprannaturale sono molte, così come tanti sono i fantasmi che spaventano gli abitanti di dimore storiche, palazzi antichi, ma anche moderne villette.

Il più famoso dei fantasmi pisani è sicuramente il Rosso della Paola, al secolo Giovanni Princi, che nella notte tra il 15 e il 16 dicembre fa sentire la sua presenza nel castello di Lari, dove venne imprigionato e ucciso dai fascisti nel 1922. E sempre a Lari, nelle vicinanze della collina, è stato più volte visto il fantasma di Gostanza da Libbiano, torturata nelle segrete dal tribunale dell’inquisizione nel 1252 con l’accusa di stregoneria, dalla quale venne prosciolta troppo tardi. L’anziana erborista morì per le ferite pochi giorni dopo la sua scarcerazione e, ancora oggi, pare che il suo spirito cerchi coloro che l’hanno accusata.

Altra apparizione illustre, nelle notti di luna piena, è quella della contessa Teresa Scolastica Agostini Venerosi della Seta, avvistata e - pare - fotografata anche negli ultimi anni a villa di Corliano. La nobildonna è stata così innamorata della tenuta di campagna in vita che, anche nella morte, passeggia nei suoi saloni affrescati e nel parco che circonda la dimora. Meno conosciuta ma molto suggestiva è poi la storia del fantasma di villa Isnard, alle porte di Cascina. La casa, che pare fuori contesto rispetto all’ambiente circostante proprio per il suo aspetto gotico, da oltre un secolo sarebbe infestata dal fantasma della piccola Anna, figlia dei primi proprietari, e c’è chi giura di averla vista in giardino, a giocare tra i castagni.

C’è poi la bella  Elvira, nel borgo di Toiano, la ventiduenne il cui delitto balzò alle cronache italiane nel 1945 come il primo femminicidio seguito dai media. Pare che il fantasma vaghi vicino alla fonte dove venne ritrovato il suo corpo, in cerca della giustizia che non ha mai avuto. Senza un nome restano, invece, i fantasmi che tennero sveglio per giorni Lord Byron, ospite di palazzo Lanfranchi nel 1821. Il poeta scrisse ai suoi amici in patria di come fossero insostenibili le notti in quelle stanze, a causa dei rumori di catene e degli scricchiolii che provenivano da nicchie vuote e stanze chiuse a chiave. Ma le presenze non si trovano solo nelle antiche dimore. Innumerevoli le testimonianze di persone comuni che vivono in appartamenti e case come tante altre e che, spesso, si trovano di fronte a eventi inspiegabili, a luci che volano nelle stanze per poi scomparire nel nulla, o a ombre che scompaiono attraverso le pareti. Quindi, stanotte, chi è in giro a festeggiare, stia attento a chi incontra. In mezzo a tante maschere, potrebbero confondersi degli spettri veri.

Andrea Valtriani