REDAZIONE PISA

L’esodo dei "no green pass" verso la Romania

Sono dodici, per lo più imprenditori. La titolare dell’Agenzia di viaggio: "La richiesta di alcuni voli di sola andata mi ha allarmata"

Cosa ci fanno dodici pisani in Romania? Può sembrare l’inizio di una barzelletta e invece è una storia vera. I no green pass sbarcano nella patria del Conte Dracula per sfuggire all’obbligo della Certificazione verde che entrerà in vigore a partire dal prossimo 15 ottobre per tutti i lavoratori.

Sono in dodici, per la maggior parte imprenditori, e si sono rivolti all’agenzia di viaggio Kantika Travel di Pisa. "I primi a chiedere il volo di sola andata per abbandonare l’Italia, causa Green pass, sono arrivati. Non ci potevo credere, e invece...", scrive la titolare, Vanessa Piampiani sul suo profilo Facebook. "Si è presentata una donna sulla quarantina chiedendomi informazioni per prenotare alcuni voli di sola andata per la cittadina di Braşov in Transilvania – racconta Piampiani –. La richiesta mi ha incuriosito e così ho provato ad approfondire la questione. La cliente mi ha spiegato di far parte di un gruppo che si sta organizzando per lasciare l’Italia". Il mistero di questa partenza improvvisa viene svelato dopo poche domande. "Mi ha riferito che questa decisione è stata presa per evitare la vaccinazione e per non dover sottostare all’obbligo di Green pass – svela la titolare dell’Agenzia Kantika –. L’ipotesi iniziale del gruppo dei “no green pass“ era quella di trasferirsi a vivere in Inghilterra, ma a causa delle restrizioni imposte dal Governo britannico sull’ingresso di alcuni tipi di animali domestici, la scelta è ricaduta sull’ Europa dell’Est".

La Romania, come i suoi vicini, ad oggi è uno dei paesi europei con la più bassa percentuale di vaccinati. Per gli stranieri che provengono dalle cosiddette "zone verdi" come l’Italia, non vi è alcun obbligo di esibire la Certificazione ’verde’ né di fare un periodo di quarantena. Non ci sono restrizioni di alcun genere e il rewind al periodo pre-pandemia è immediato, se non fosse per il forte aumento di contagi da Covid-19 e ospedalizzazioni.

La fuga dal paese, un piano fallimentare? "Non parlano inglese e forse non hanno mai viaggiato – evidenzia Piampiani decrivendo il gruppo pronto a tagliare la corda–. Ho provato a spiegare alla mia cliente che la città di Braşov ha anche i suoi aspetti negativi: l’inverno è rigido e la temperatura scende sotto zero". Tuttavia, sembra impossibile dissuadere il gruppo che entro la fine mese partirà alla volta della cittadina rumena.

Ilaria Vallerini