STEFANIA TAVELLA
Cronaca

Libreria Erasmus, venerdì la presentazione del libro di Franco Poggianti

"Il bellissimo Cece'. Vita e morte del conte partigiano" di Franco Poggianti sarà presentato venerdì alle 17.30 alla libreria Erasmus. All’incontro parteciperanno l’autore e lo storico Gianluca Fulvetti, docente all’Università di Pisa.

Franco Poggianti

Franco Poggianti

Pisa, 17 febbraio 2025 - Venerdì alle 17.30 alla Libreria Erasmus sarà presentato il libro "Il bellissimo Cece'. Vita e morte del conte partigiano" di Franco Poggianti. All’incontro parteciperanno l’autore e lo storico Gianluca Fulvetti, docente all’Università di Pisa.

La trama. Furono 335 uomini. Avrebbero dovuto essere 330, ma il responsabile della carneficina aveva sbagliato i conti. Quelle cinque vite in più per i carnefici furono solo un insignificante errore di calcolo. Con le mani legate dietro la schiena caddero l’uno sull’altro come animali al macello. Quattro mesi dopo da quell’orribile giorno, da quel 24 marzo del 1944, sfilarono i congiunti delle vittime, per lo più madri, mogli, figlie e sorelle, per il riconoscimento. Per la salma 41, quella di Giuseppe Celani, l’incombenza toccò alla sorella Eugenia.

Oggi una giovane donna, la bisnipote che da quella bisnonna ereditò il nome Eugenia, ricostruisce la storia della vita, della morte e il lungo viaggio attraverso il fascismo di quel prozio, Giuseppe Celani, un patrizio romano, un conte, assassinato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.

Da questa storia il giornalista Franco Poggianti ha scritto il libro “Il bellissimo Cecè. Vita e morte del conte partigiano” (Effigi edizioni). 

Giuseppe Celani, classe 1901, non brillava per impegno antifascista. Nei confronti del regime ebbe semmai una sorta di disagio estetico. Nel frattempo, condusse la sua vita da “gagà”, fra gioco d’azzardo, gare automobilistiche, vita notturna e donne, motivo per cui gli amici gli affibbiarono il nomignolo di “Bellissimo Cecè”. Celani attraversò il “ventennio”, inizialmente ostentando una sostanziale indifferenza rispetto alle malefatte del regime. Ma le leggi razziali risvegliarono la sua coscienza e l’aristocratico distacco divenne avversione etica.

Infine, la guerra, i lutti, la città di Roma affamata, oppressa dall’occupazione nazista e insanguinata dai bombardamenti, determinarono la decisa scelta antifascista e l’adesione alla lotta partigiana. Inizialmente insospettabile per i suoi trascorsi, il conte partigiano fu poi denunciato da un delatore, arrestato dalle SS e recluso nella famigerata prigione di via Tasso. Oggi il suo corpo è inumato nel sacello 42 del Mausoleo delle Fosse Ardeatine.

L'autore. Giornalista professionista, Franco Poggianti esordisce nel 1967 a «Paese Sera», prima presso la redazione livornese e tre anni dopo alla redazione centrale a Roma. Dal 1974 lavora per cinque anni presso l’Ufficio Stampa della Direzione nazionale del PCI. Nel 1979 è assunto al Tg3, per il quale come inviato speciale è stato testimone di eventi storici quali il terremoto nell’Irpinia, l’alluvione in Valtellina, lo storico incontro tra Bush e Gorbaciov a Helsinki, la caduta del muro di Berlino e la guerra in ex Jugoslavia.

È stato capo della redazione Toscana della RAI e, successivamente, vice direttore di RAI International. Tornato al tg3 ha ideato e curato Agri3, settimanale di agricoltura che è andato in onda fino al 2010. Poggianti ha tenuto corsi di giornalismo all’Università di Parma, ed è autore dei saggi Capra e cavoli: agricoltura e zootecnia nell’Italia di oggi (Agra, 2013), Parigi 1911. Il furto della Gioconda e dintorni (Pagliai, 2023) e del romanzo La pesca del Giunti (Sarnus, 2022).