REDAZIONE PISA

Libro Quella corte di segreti

"Il coraggio tra i fiori di ortica" di Alessandra Favati. I bambini della Pisa degli anni ’60 e un nonno orco

Alessandra Favati, commerciante pisana, ha scritto il suo primo libro

Alessandra Favati, commerciante pisana, ha scritto il suo primo libro

di Antonia Casini

Una corte con tanta polvere che finisce per proteggere anche i segreti e le vite dei bambini. "Il coraggio tra i fiori di ortica" di Alessandra Favati - MdS Editore è un libro vero, sincero. Siamo nella Pisa degli anni ’60, quella della rinascita e dei cambiamenti politici, che in certi palazzi stentano ad arrivare, ma dove non manca la solidarietà tra i più piccoli. Bimbi che si tutelano tra loro e dal dover affrontare un nonno che gli adulti vogliono vedere come buono e generoso, ma che in realtà viola la loro infanzia. Ma nella corte c’è anche tanta luce fatta di giochi, piccolissime cose e si fa strada l’istruzione. Il volume sarà presentato domani alla Biblioteca Comunale di Pisa – SmsBiblio, in via San Michele degli Scalzi, 178. Francesca Petrucci dialogherà con l’autrice, volto noto del commercio pisano con i negozi di abbigliamento per bambini "My Baby" in piazza Garibaldi, prima, e "Scubidù" in Borgo Largo, dopo.

Alessandra, lei è pisana doc, com’era la città negli anni descritti dal suo romanzo?

"Aveva rimarginato le ferite della guerra, le auto circolavano sempre più numerose, apparivano i primi supermercati e i grandi magazzini in centro e, cosa a me preclusa, in quasi tutte le case c’era la tv. Il progresso si faceva strada e chi era in grado di prenderne i benefici migliorava sensibilmente la propria posizione sociale. Visti dal mio mondo i cambiamenti mi sembravano lenti mentre avvertivo aumentare velocemente il divario tra le classi sociali. Ero troppo piccola per i fermenti del ‘68 ma in età giusta per comprendere che l’istruzione si faceva strada. Per la prima volta nella corte i bambini andavano tutti alle scuole medie e alcuni persino alle superiori. Pisa era viva, ricca di artigiani , botteghe e negozi di articoli pregiati, le famiglie facevano le vacanze al mare".

Le vicende che racconta sono molto dolorose, sono ispirate a una storia vera?

"Una storia difficile da affrontare in un’età in cui non è facile capirne l’entità mi ha dato la spinta a scrivere questo romanzo, c’è all’interno tutta la mia difficoltà a trovare le parole e i modi per contrastare eventi che mi sembravano troppo più grandi di me, talmente fuori dai miei parametri affettivi da rimanere per tanto tempo quasi incomprensibile. Sempre ci sarà nelle mie storie una parte non soltanto del mio vissuto ma anche di ciò che la vita mi ha portato a conoscere, nutrita da una forte empatia verso il prossimo e portata non soltanto all’ascolto ma se possibile al sostegno nel percorso di comprensione".

Della sua infanzia che cosa porta con sé?

"La difficoltà all’interno della mia famiglia di essere ascoltata anche se conscia del fatto che il loro quotidiano fosse molto complicato, mi aspettavo sempre attenzioni che puntualmente non ricevevo. Curavo il mio disagio nella corte insieme agli altri amichetti dove sentivo sfumare la tristezza e dove un innato aspetto del mio carattere portato alla ilarità alla fine aveva il sopravvento".

Com’è cambiata Pisa?

"Crescendo e diventando adulta, ho visto la mia adorata città mutare sotto il boom economico degli anni ’90. I cambiamenti portano in sé aspetti nuovi e anche difficoltà ma amo la mia città dove una cosa sola non trovo più: i rioni , le corti dove i bambini erano liberi di giocare".