REDAZIONE PISA

L’inchiesta "Keu" arriva in Parlamento "Fanghi inquinanti per 200mila tonnellate"

Il ministro Cingolani risponde a una interrogazione del deputato Ziello (Lega). Ecco le aree bonificate e quelle ancora a rischio

di Carlo Baroni

SANTA CROCE

Hanno iniziato a sfilare davanti al gip di Firenze i primi indagati colpiti da misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta "Keu" della procura antimafia di Firenze. Inchiesta che ha scioccato il distretto conciario dove, secondo gli inquirenti, era in piedi un sistema radicato di illeciti con in mezzo la politica, asservita e sodale, per ammorbidire o eludere le verifiche, spingere nomine negli enti di controllo di soggetti "graditi" al sistema. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e all’inquinamento ambientale, all’impedimento del controllo da parte degli organi competenti, fino all’abuso d’ufficio in concorso e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Un’ inchiesta terremoto finita anche in Parlamento dove il deputato leghista pisano Edoardo Ziello ha rivolto una interrogazione al ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. "Il Comune di Santa Croce è stato completamente travolto da un gravissimo scandalo giudiziario – ha detto l’onorevole Ziello, sottolineando l’importanza del distretto conciario –. In questa inchiesta sono rimasti coinvolti anche il sindaco di Santa Croce del Partito Democratico, un consigliere regionale del Pd, ex presidente della Provincia di Pisa, e il capo di gabinetto della Regione Toscana. E un certo Francesco Lerose che, secondo gli inquirenti, è collegato all’’ndrangheta". Da qui l’urgenza di Ziello di capire quali iniziative il governo intende intraprendere per difendere l’acqua, il suolo e il sottosuolo della provincia di Pisa.

Il ministro ha ripercorso i tratti salienti dell’indagine, partendo dal "Keu" – l’inerte (frutto del trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della conceria) rinvenuto nell’area Grenn Park di Pontedera dove, ha precisato, "si è attualmente in attesa della rimozione della fonte primaria di contaminazione e della messa in sicurezza d’emergenza". Per quanto riguarda l’ex Vacis di Pisa i campionamenti su terreni ed acque sotterranee sono risultate nei limiti, ha rilevato il ministro, sottolineando che in una zona ristretta dell’area è stato accertato l’utilizzo di un materiale con le stesse caratteristiche di quello rinvenuto al Green Park a Pontedera: dall’analisi del campione "è emerso il superamento dei limiti per cromo e antimonio: origine da stabilire". Poi il capitolo Aquarno. Dalle indagini è emerso – ha ricordato Cingolani – che "ingenti quantitativi di rifiuti liquidi e fanghi contaminati venivano convogliati nel sistema di depurazione e allontanati sotto forma di fanghi di trattamento dall’impianto senza tracciamento di quantità, qualità e natura".

Il materiale conferito fuori dalle regole, secondo gli "accertamenti" – ha rilevato Cingolani – ammonterebbe a "200mila tonnellate l’anno". "Vi assicuro che il Ministero seguirà l’evoluzione della vicenda con tutta l’attenzione che merita". Ziello ha invitato il ministro a recarsi personalmente nel distretto per dare un segnale forte che "lo Stato c’è".