PISa
Una targa nel chiostro della Primaziale ricorda l’"epopea" dell’ingegner Michele Jamiolkowski, colui che non solo arrestò l’inclinazione terrificante della Torre ma ce la consegnò in salute per i prossimi 250 anni. L’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto dichiara: "Non ho conosciuto di persona l’ingegnere. Ma ho conosciuto la sua monumentale opera ed ho parlato ogni giorno con le maestranze in piazza. Io abitavo proprio lì. Ho visto giorno dopo giorno, quei ’cavaturaccioli’ asportare terra ed acqua. Ricorderò sempre quella terrificante notte del 1995 quando la Torre poteva crollare da un momento all’altro".
Il presidente dell’Opa, Andrea Maestrelli continua la celebrazione dicendo: "Va tenuto bene a mente che la notte tra l’8 e il 9 settembre 1995 fu la più drammatica della storia del restauro e forse del Campanile stesso. Il monumento infatti non aveva ’gradito’ l’immissione dell’azoto liquido nel terreno e cominciò ad inclinarsi pericolosamente. Questo Comitato nel corso di più di dieci anni ha centrato uno scopo che sembrava impossibile da raggiungere e, riducendo l’inclinazione del Campanile di circa 1900 arcosecondi, corrispondenti ad una diminuzione dello strapiombo della settima cornice rispetto al piano di fondazione di ben 460 millimetri, ha riportato il monumento alle condizioni dei primi dell’Ottocento. La riconoscenza e l’ammirazione nostra e di tutto il mondo scientifico e culturale per questo risultato e soprattutto per le modalità con le quali è stato raggiunto, sono da attribuire alle caratteristiche di un intervento che, pur nella drammaticità delle condizioni al contorno (il Campanile poteva crollare in qualsiasi momento e senza preavviso), ha risolto il problema senza modificare le caratteristiche del monumento, nel rispetto della sua unicità".
Il professor Salvatore Settis: "Pur in una carriera lunga e ricca di successi come quella di Jamiolkowski, la sua lunga presidenza del Comitato per la salvaguardia della Torre spicca per continuità e per rilievo. La composizione interdisciplinare rendeva più arduo il suo compito da presidente, ma grazie alla sua eccezionale abilità nel guidare la discussione garantì la costruzione di un ampio ventaglio di studi e di ipotesi di lavoro". Il professor Carlo Viggiani aggiunge: "La stima e il rispetto di cui godeva nella comunità geotecnica internazionale si riflettono nelle innumerevoli onorificenze delle quali è stato insignito". L’architetto Gisella Capponi ricorda: "Un giornalista chiese all’ingegnere se fosse stanco. E lui rispose: "Il mio è un impegno costante, un impegno che ha cambiato la mia vita anche in famiglia. Spesso quando sono a casa penso alla Torre: sono distratto. La Torre non gode della simpatia nella mia famiglia".