CARLO BARONI
Cronaca

Lineapelle ha rilanciato la creatività. Dalla fiera buoni segnali di ripresa

Ottimismo per le concerie toscane: presenze in crescita da tutto il mondo all’appuntamento di Milano

L’ultima edizione della fiera Lineapelle è andata molto bene

L’ultima edizione della fiera Lineapelle è andata molto bene

di Carlo BaroniMILANONovità e innovazioni di altissimo livello che hanno suscitato un concreto interesse nei visitatori, evidenziando un deciso ritorno per gli aspetti più veri e naturali di pelli e materiali. Ma non solo. Lineapelle, che si è conclusa venerdì a Milano, ha creato un vero Distretto della Creatività per spingere la ripresa, con le sfilate di Lineapelle Designers Edition, le installazioni inedite dedicate all’interior design ed i laboratori artigianali. Il tutto ha riportato un raggio di sole sulla filiera della moda provata da un 2024 durissimo, e con scenari all’orizzonte ancora coperti da una crisi multifattoriale: tensioni geopolitiche, nuovo aumento dei costi energetici e rallentamento di importanti economie, che ha colpito il mondo della grandi firme a cui le aziende sono strettamente legate. Questo ha comportato ripercussioni sulle lavorazioni per le multinazionali del fashion che producono in Italia, e che sono state un traino della risalita dopo l’emergenza pandemica. Il tutto certificato dai numeri delle contrazioni su mercati strategici per la moda, come la Corea del Sud (-14,4%) e la Cina (-9,5%) e gli Stati Uniti che hanno registrato una diminuzione del 3,9%, e con un futuro incerto a causa di possibili nuovi dazi annunciati dalla nuova amministrazione.

L’ottimo andamento della fiera ha riportato ottimismo. Presenze in crescita da tutto il mondo: 24.977 operatori professionali - tra cui 18.833 buyer (+7% sull’edizione di settembre 2024) – sono stati protagonisti, insieme a oltre 1.100 espositori dell’evento fieristico di riferimento per la filiera globale del lusso, della moda e del design. Altro dato che evidenzia l’importanza dell’evento: su circa 491 concerie presenti in fiera da tutto il mondo, 281 sono state quelle italiane, di cui 121 le toscane.

"Le aziende si erano preparate al massimo per questo appuntamento e le presenze, appunto, ci sono state, a partire da quelle delle case di moda – dice Michele Matteoli, presidente del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola –. Da capire, ovviamente, se tutto l’interesse che abbiamo percepito si trasformerà in lavoro ed in ripresa. Il momento resta complicato: siamo arrivati qui dopo un anno che ci ha messo a dura prova. L’entusiasmo della fiera non significa che i problemi sono tutti alle spalle. Sono ancora qui". Il neo presidente dell’Associazione Conciatori di Santa Croce, Riccardo Bandini, ha sottolineato: "Al momento non è possibile prevedere con certezza l’evoluzione del mercato soprattutto perché le variabili che lo definiscono sono globali, dalle questioni geopolitiche alle mutate abitudini al consumo o alle scelte di prezzo. Ma tanto più in questo scenario incerto, ci conforta intanto rilevare che dal punto di vista della produzione, Lineapelle conferma l’appeal che le nostre concerie esercitano sul mercato e sui suoi player più significativi".

Il risultato di Lineapelle si aggiunge al buon esito delle altre manifestazioni fieristiche dedicate all’accessorio-moda - Micam Milano, Mipel, TheOne Milano e Milano Fashion&Jewels – che si sono chiuse pochi giorni fa con 40.449 visitatori per il 45% stranieri, provenienti da 127 Paesi come Giappone, Cina, Francia, Spagna, Germania, Grecia e Turchia. Tutti gli eventi hanno mandato un messaggio chiaro: fare sistema tra comparti è importante perché presenta una filiera che è unita e resiliente. Aspetto che è considerato dai buyer internazionali come un linguaggio univoco, una proposta di eccellenza, in grado di suggerire nuove tendenze e di esplorare la creatività di aziende grandi e piccole, nonché di start up e marchi emergenti.