L’intelligenza artificiale contro l’inquinamento marino

Un progetto innovativo al Polo Tecnologico di Navacchio, Musai, utilizza l'intelligenza artificiale per combattere l'inquinamento marino, individuando rifiuti e monitorando la salute degli habitat marini. Coordinato da Cubit Innovation Labs, il sistema modulare promette risultati efficaci e accessibili a tutti.

L’intelligenza artificiale contro l’inquinamento marino

L’intelligenza artificiale contro l’inquinamento marino

di Mario Ferrari

PISA

Anche l’intelligenza artificiale è stata arruolata nella battaglia contro l’inquinamento degli oceani. È infatti stato avviato al Polo Tecnologico di Navacchio il progetto Musai che nei prossimi 12 mesi ambisce a creare un sistema modulare subacqueo con intelligenza artificiale per combattere l’inquinamento marino. Musai, benché appena nato, ha su di sé grandi aspettative essendo il progetto vincitore del bando, finanziato dal Pnrr nell’ambito del Next Generation Eu, "RI&SS N.5" del Centro di Competenza ARTES 4.0. Il progetto è nelle mani del Cubit Innovation Labs, centro di ricerca fondato dall’Università di Pisa insieme al Polo di Navacchio e alcune aziende italiane del settore, e il progetto è coordinato dal cto di Cubit, Lorenzo Monti.

Può spiegare meglio cos’è Musai?

"Un sistema modulare con dietro un grande lavoro corale che mette insieme meccanica, elettronica e ia con l’obiettivo di scannerizzare gli habitat marini e individuare i rifiuti. Un problema, quello dell’inquinamento oceanico, che l’UEP inserisce tra le sei emergenze ambientali più gravi del pianeta".

Come funziona?

"Grazie agli algoritmi di ia, computer vision e sensor fusion, Musai raccoglie e analizza i dati e li trasmette in tempo reale a un mezzo di supporto, come una barca di appoggio o un sottomarino. Un’analisi ottimizzata che permette un’efficace ricerca a livello di tempi, risorse e costi che non necessita di personale specializzato".

Ed è pensato per intercettare rifiuti specifici?

"Abbiamo delle categorie di rifiuti in base alle quali possiamo identificare e classificare i vari tipi di inquinamento. Attualmente stiamo progettando Musai per individuare rifiuti come bottiglie, lattine, buste di plastica e altro materiale rimasto in mare" Può funzionare anche con le microplastiche?

"Nella nostra idea, i rifiuti che vogliamo intercettare sono quelli di dimensioni maggiori rispetto alle microplastiche. Ci tengo però a dire che possiamo interfacciare il sistema in vari modi".

In che senso?

"Che possiamo interfacciarlo con diverse apparecchiature molto differenti tra loro. Per esempio possiamo legarlo a sistemi di ancoraggio, robot sottomarini o barche e renderlo intercambiabile. Per noi è importante renderlo fruibile a tutti, non soltanto specializzati nel settore. Ci auguriamo che ogni persona possa utilizzare Musai: dai comuni cittadini fino al tecnico di laboratorio che fa ricerche sull’inquinamento marino. Se posso aggiungere...".

Prego.

"Il focus principale è combattere l’inquinamento e su questo stiamo concentrando tutte le nostre energie. In aggiunta il sistema consentirà di analizzare lo stato di salute di flora e fauna marina, grazie a dei sensori di salinità e clorofilla, per salvaguardarla".