L’ipotesi vendetta per la morte di Kalaveri

Alla base del delitto di Sasso Pisano potrebbe esserci un fatto avvenuto nel 2014. Un pool investigativo tra Italia e Albania per scovare i killer

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CASTELNUOVO VALDICECINA (Pisa)

Potrebbe profilarsi l’ipotesi di una vendetta tardiva per un fatto di sangue risalente a otto anni fa, fra i possibili moventi dell’omicidio del 36enne albanese Elson Kalaveri, abitante a Colle Val d’Elsa, freddato con 15 colpi di pistola lo scorso 18 agosto a Sasso Pisano. Una pista, che va ad aggiungersi a quella di un regolamento di conti per droga o prostituzione, ipotizzata dal quotidiano online albanese Shqiptarja.com, ripercorrendo la vicenda di un suo arresto avvenuto nel 2014 all’interno della stazione di polizia di Mamurras, cittadina a 30 chilometri da Tirana, dove Kalaveri si era rifugiato dichiarando di essere inseguito da un vicino, Genti Keçi, che voleva ucciderlo dopo un violento litigio. Poco dopo anche Keçi era arrivato alla polizia e fra i due si era subito riaccesa la furibonda lite e mentre gli agenti faticavano a dividerli, Kalaveri aveva estratto una pistola e sparato alla testa del rivale. Genti Keçi era deceduto dopo alcuni giorni di agonia, mentre Kalaveri, che ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, era finito in carcere.

Non si sa quando e perché sia stato scarcerato, ma, secondo anche altri media albanesi, la sua morte violenta a Sasso Pisano potrebbe essere legata a quell’episodio, tanto che la polizia del paese delle aquile e gli inquirenti italiani hanno deciso di costituire un pool investigativo congiunto per accertare connessioni fra i due fatti. Dunque, la vendetta per un fatto risalente al 2014 come movente della sanguinaria esecuzione avvenuta nel piccolo borgo di Sasso: vecchi rancori mai sopiti, ruggini incandescenti che avrebbero risvegliato, dopo otto anni, la sete di farsi vendetta. Del resto, la quinta di morte è un teatro che parla chiaramente di un agguato di matrice malavitosa, un’esecuzione compiuta da tre uomini con il volto travisato da passamontagna che prima hanno tagliato la strada alla Mercedes su cui si trovava Kalaveri con un connazionale, poi sparato alle gomme dell’auto e aperto il fuoco sul 36enne, massacrato con 15 colpi.

Ma tutte le piste al momento restano in piedi, così come saranno fondamentali gli esiti degli esami balistici e soprattutto la testimonianza del connazionale della vittima, risparmiato dai tre killer della Lancia Y e arrivato in Italia da pochi giorni per trascorrere una vacanza. Da chiarire anche i legami della vittima con il territorio: Kalaveri si trovava in zona almeno dal 17 agosto, giorno prima dell’omicidio, quando è stato visto in un bar.

Ilenia Pistolesi