REDAZIONE PISA

Lo sport accessibile: "Sempre più individuale ma molte discipline ora aperte alle donne"

Il presidente Csi Pisa che ha oltre 20mila tesserati: "Da noi prezzi calmierati.. In crescita anche sul nostro territorio il tennis per l’effetto Sinner". .

Il presidente Csi Pisa che ha oltre 20mila tesserati: "Da noi prezzi calmierati.. In crescita anche sul nostro territorio il tennis per l’effetto Sinner". .

Il presidente Csi Pisa che ha oltre 20mila tesserati: "Da noi prezzi calmierati.. In crescita anche sul nostro territorio il tennis per l’effetto Sinner". .

di Antonia Casini

Lo sport deve essere "accessibile a tutti". Alfonso Nardella, presidente del comitato territoriale Csi Pisa Aps e referente nazionale Csi legalità e servizio civile, parla di come è cambiato sul territorio l’approccio delle famiglie allo sport. E anche come orientarsi per chi comincia l’attività.

Con gennaio molti desiderano intraprendere l’attività sportiva. Chi inizia adesso, che cosa deve fare?

"Se il bambino o la bambina decide di svolgere gli allenamenti, può bastare il certificato non agonistico. L’età per il passaggio all’agonismo dipende dalla disciplina".

Quanti i vostri iscritti?

"La polisportiva è il braccio operativo del comitato. Ogni società ha i suoi. Diciamo che su Pisa e provincia (escluse Volterra e Valdicecina che fanno parte di un altro comitato), ci sono oltre 20mila tesserati, di cui il 25-30% pratica agonismo".

Ci sono ancora divisioni fra sport maschili e femminili?

"Uno sport svolto da entrambi è il nuoto. Tra i maschi prevale il calcio, tra le femmine la ginnastica artistica. Il rapporto sta cambiando, su Pisa abbiamo buonissimi risultati legati all’atletica leggera e da poco c’è stato un incremento del tennis, grazie al successo di Sinner, molti bambini vogliono emulare lui e le sue imprese. Anche le Olimpiadi hanno influenzato le scelte, ma alcuni sono ancora sport di nicchia se li paragoniamo al calcio".

Su che cosa si basa, adesso, la scelta delle famiglie?

"Sono calate le discipline che si praticano in squadra, si preferiscono quelle individuali".

E come mai?

"Questo rispecchia un po’ la società attuale che punta sempre di più sull’individualismo, ma c’è anche un altro aspetto. Molte società sono in difficoltà per il calo delle nascite, è difficile mettere insieme almeno 10-15 persone. Ora quasi tutti i settori hanno squadre femminili".

Qualche ambito più in crisi?

"Il nuoto è una disciplina più penalizzata di altre, troppe piscine chiuse a Pisa. Al "Marchesi" la struttura è chiusa perché si devono ancora fare dei lavori".

Per le persone con disabilità ci sono ulteriori problemi.

"Purtroppo la difficoltà per le piscine è quella della sostenibilità: gli impianti sono costosi tra riscaldamento, gestione, pulizia. Gli spazi sono già pochi, ancor meno per chi ha disabilità. Con la piscina nuova speriamo che si possa risolvere anche questo punto importante. Le disabilità sono molte e avrebbero bisogno di percorsi dedicati. Le strutture a disposizione sono le palestre scolastiche, a parte alcune isole ’felici’ come quella del Cus che ha impianti bellissimi, del Dream Volley e per la scherma del Di Ciolo".

I costi?

"Per i tesseramenti noi facciamo costi ridotti: un corso di atletica leggera costa massimo 30 euro al mese per allenamenti anche di tre volte a settimana, quello di ginnastica posturale 35 euro al mese. Abbiamo quote sociali. Purtroppo, però, la società, anche in questo settore, sta andando in una brutta direzione: si rischia in futuro che solo le famiglie ricche possano permettersi di spendere anche 2mila euro l’anno per lo sport e che gli altri debbano invece rinunciare".