CARLO BARONI
Cronaca

"Mio figlio morì per una telefonata non fatta", la mamma di Lorenzo Casini chiede nuove indagini

Elisabetta Casini vuol far luce sulla tragica fine del 22enne Lorenzo. Ha denunciato tre amici del figlio per omissione di soccorso

Lorenzo Casini e la mamma Elisabetta

Pisa, 15 febbraio 2023 -Tutti i giorni lei è lì, con il suo banchetto. Tra tormenti e speranze. Si ferma solo quando piove. Lei è una mamma che raccoglie firme per chiedere che s’indaghi ancora sulla morte del figlio. Si chiama Elisabetta Casini, pisana. Da diversi anni vive a Garda. Ma a Pisa ha vissuto a lungo. "Mi sono trasferita quando Lorenzo aveva tre anni", dice. Ecco, Lorenzo, 22 anni, tanti sogni - lavorava in un ristorante e voleva riprendere gli studi - e una vita davanti naufragata la notte del 3 gennaio del 2019: il 22enne venne trovato senza vita dal coinquilino e collega nella casa che condividevano.

Scattano i soccorsi e gli operatori sanitari trovano il giovane appeso per il collo, con il guinzaglio del cane, vicino alla scala a chiocciola che unisce i due piani dell’abitazione ad Albaré di Costermano. Per il medico dell’ambulanza non ci sono dubbi: il ragazzo si è suicidato impiccandosi. E non avranno dubbi neanche gli inquirenti. I dubbi – tanti - però ce li ha la mamma di Lorenzo: "Il caso venne chiuso in fretta e furia, neanche autopsia venne fatta. Ma io ho denunciato per omissione di soccorso la migliore amica, il coinquilino e l’ex fidanzato di mio figlio".

“Quella notte Lorenzo prese una forte dose di un farmaco per dormire", racconta la donna. A dargliela – riferisce la signora Casini – sarebbe stato il coinquilino. Ma lui era allergico ai medicinali. E dopo aver assunto il farmaco, si sentì male. Ma chiese aiuto. Inviò via Whatsapp dei messaggi all’amica del cuore "dicendole che stava male e implorandola di raggiungerlo a casa". « Lei però doveva andare al bar – aggiunge la donna – e avvertì l’ex fidanzato". "Nessuno si mosse - prosegue la signora Elisabetta –. Anche il collega di lavoro che poi lo trovò cadavere all’1,30, sapeva a che stava male. Nessuno andò da lui, e nessuno chiamò i soccorsi o mi avvertì. Mio figlio è morto per una telefonata non fatta".

Non si dà pace mamma Elisabetta. La Procura nei mesi scorsi ha chiesto l’archiviazione per i tre amici del giovane. Il 17 novembre scorso c’è stata la discussione davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Verona sull’opposizione all’archiviazione che è stata presentata dall’avvocato Antonio Guglielmelli del foto di Napoli e dall’agenzia investigativa EmmeTeam. Il giudice si è riservato la decisione tra imputazione coatta, nuove indagini o accoglimento della richiesta del pm. "Ho già raccolto mille firme, ma l’obiettivo è quello di arrivare a cinquemila grazie alla petizione on line", sottolinea Elisabetta Casini. Le mamme sono leonesse. Non vuole vendetta, "solo verità e giustizia su una morte tremenda e sospetta".