Cento anni, mille storie da raccontare. Luciana Pinori Giurunda ha raggiunto in questi giorni un traguardo fortissimo, 100 candeline sulla sua personale torta. È stata festeggiata, oltre che dai parenti e dai suoi amici, anche dal Comune di Pisa che ha inviato a casa sua, in rappresentanza, l’assessore Giovanna Bonanno.
"Un bel traguardo per Luciana che ha ancora tante cose da raccontare della sua lunga vita trascorsa", spiega l’amica Elisabetta Piccini. "Con l’aiuto prezioso del figlio Giuliano sta realizzando un libro di memorie e molto altro. Brava Luciana! Così si fa!".
È stata la moglie di Giulio Pinori, fondatore della Brigata dei Dottori. L’avvocato Giulio Pinori ha diretto la compagnia fino alla sua morte, nel 1977, insieme ad Aldo Podestà, autore di tanti testi in vernacolo.
È sempre l’amica Elisabetta a ricostruire le sue vicende e quelle del marito. "Il repertorio era composto prevalentemente da parodie di opere famose come Otello, Traviata, Francesca da Rimini, Pia de’ Tolomei e portò i giovani studenti in giro per tutto il Paese. Con la morte dei due protagonisti la direzione passò a Giancarlo Peluso che in 20 anni - dal 1975 al 1995 - scrisse nuove commedie diverse, non più parodie, ma storie della famiglia pisana Sbrana". Quindi precisa: "Perché si chiamò Brigata dei dottori? Dal 1928 al 1931 tutti gli attori-goliardi che componevano l’allora Brigata del Crocchio della nostra Università, si erano ormai laureati". "Luciana è una poetessa e scrittrice ben nota al pubblico pisano un po’ più maturo". Scriveva anche su "Er Tramme", il trimestrale di vernacolo pisano e delle tradizioni popolari.
"La sua casa è ricca di storia pisana – afferma Elisabetta – tra i cimeli conservati, una locandina di "Addio giovinezza", in scena al Teatro Verdi nel 1948, in occasione della festa delle matricole, con la regia, ovviamente di Giulio Pinori. Come si dice di solito... 100 di questi giorni. Intanto ai 100 ci sei arrivata!".
A. C.