"Luigi Zabara è innocente" Pista alternativa "inesplorata"

Gli avvocati Schettini e Di Giuliomaria, 8 ore di arringhe: "Estraneo al fatto" "Meucci contraddittorio. Nessuna lesione sul corpo riconducibile a terzi".

"Luigi Zabara è innocente"  Pista alternativa "inesplorata"

"Luigi Zabara è innocente" Pista alternativa "inesplorata"

di Antonia Casini

PISA

"L’assoluta estraneità di Zabara al fatto". Morte di Emanuele Scieri, è il giorno della difesa di uno degli imputati a processo per l’omicidio dell’allievo parà trovato senza vita il 16 agosto del 1999. Gli avvocati Maria Teresa Schettini e Andrea Di Giuliomaria parlano per quasi otto ore. La prima ripercorre quel giorno con la scena del crimine e le consulenze: "Non abbiamo elementi per poter concludere che le lesioni sono oggettivamente riconducibili a terzi e neppure la presenza di terzi sulla scena". Quindi il nonnismo che per l’accusa sarebbe alla base di quanto accadde quel 13 agosto. I legali di Zabara respingono questa ipotesi e il collegamento con il loro assistito. Schettini parla anche di una pista alternativa "inesplorata", quella dei caporali istruttori in conseguenza dell’episodio che ci fu al mattino nel bus, durante il trasporto delle reclute da Firenze a Pisa con la posizione della sfinge imposta e l’aria calda accesa in piena estate. I due fatti potrebbero essere collegati per la difesa. E cita una telefonata intercettata all’epoca. L’ex caporale istruttore Emanuele Cinelli (sentito anche davanti alla Corte d’Assise dove ha riferito di non ricordare il perché di quella telefonata, ndr) avrebbe chiesto al caporale Ivan Mesiti (che non rammenta quella serata) di suggerire a un altro commilitone, Tatasciore, di dire, in sede di interrogatorio, che al contrappello (quando ci si accorse per la prima volta, ufficialmente, della mancanza di Lele, ndr) dormivano entrambi. Cinelli e Tatasciore incontrarono Scieri al bar di via di Gello prima del rientro in caserma. Che cosa si dissero?

Prosegue il collega Di Giuliomaria. "Non romanzeremo niente". Ma "non daremo neppure una spiegazione di ciò che è accaduto. Spesso, si confonde il processo penale con l’idea di ricerca della verità, un errore". Quindi, il super testimone Meucci: "Innumerevoli le sue contraddizioni" e anche "le vere e proprie menzogne in dibattimento e nelle intercettazioni che lo riguardano". Meucci ha dichiarato di essere fuggito in Trentino, dove avrebbe tentato anche un gesto disperato "perché collegò le frasi sentite con la morte di Scieri. Peccato che abbiamo dimostrato che Meucci venne a sapere della morte di Scieri solo al suo ritorno dal Trentino". "Non sa quando l’ex commilitone fece mancato rientro e morì, quindi non può in realtà aver fatto quel collegamento. Parla del 13 semplicemente perché è sul 13 che viene interrogato". La testimonianza di Longoni che dormiva con Panella (l’altro imputato) e davanti ad Antico (assolto in primo grado, è pendente l’appello) e Zabara, "dichiarò sin da subito che quella notte tutti i suoi compagni di camera erano assenti perché in licenza, dormiva solo". Ara: "Era in licenza". Infine, l’imputato: Zabara. "Non si è mai contraddetto e dalle sue intercettazioni emerge la prova certa della sua innocenza". Quindi, le conclusioni. "In via principale si chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste o comunque per non averlo commesso. In via subordinata: la riqualificazione del reato in quello di omicidio preterintenzionale o morte come conseguenza di altro delitto e la prescrizione".