
Luminara a Pisa
Pisa, 16 giugno 2022 - Una "notte di lucciole fatta in casa". Unica e irripetibile. Una notte bianca di quelle che non passano mai di moda, nata "quando ancora le notti bianche non c’erano". Con radici profonde e ben salde. Cristiano Militello non sarà a Pisa stasera – diviso tra Striscia, la radio e mille altri impegni lavorativi – , ma la Luminara, come tutte le manifestazioni del Giugno Pisano, ha un posticino dentro il suo cuore. "Secondo me è una magia che ancora aspetta di essere esportata completamente. Nel senso che possiamo davvero valorizzare ulteriormente questa notte facendola conoscere meglio in Toscana. E anche oltre. A ripensarci mi viene subito in mente, chissà perché, l’odore di brigidino. Anche se a me non piacevano nemmeno. E poi le ’addormentasocere’, quelle garbavano a mi madre. Sicuramente si tratta di una combutta tra ambulanti e odontotecnici...".
Ma c’è un’altra manifestazione del nostro Giugno Pisano che ha uno spazio vivo tra i ricordi di Cristiano Militello: Il Gioco del Ponte. Sulla sfida al carrello ci ha scritto anche un racconto nel libro "Penne di Parte" (Marchetti Editore) pubblicato qualche anno fa. Perché Cristiano Militello nel suo curriculum vanta un ruolo non di poco conto: tamburino. "Nel 1983 partecipai al mio primo Giòo, che peraltro era ripreso dopo lunga interruzione giusto l’anno precedente: mi schierarono come tamburino dei Delfini. La mia magistratura sarebbe stata un’altra – Sant’Antonio, dove sono anche stato battezzato - ma al primo anno mi potevo contentare. E poi i colori mi piacevano, giallo e blu, i miei colori preferiti. L’anno seguente fui ’trasferito’: diventai tamburino di parte. Il costume era cromaticamente meno sgargiante rispetto a quello dei Delfini e, soprattutto, non salii sul Ponte. Quello era un lusso che toccava solo ai tamburini delle Magistrature durante il combattimento della propria squadra. Inoltre Mezzogiorno prese la cosiddetta ’libecciata’, perdendo 5 a 1. Ci fu un po’ di gloria personale però: dopo qualche giorno la Parte mi chiamò per comunicarmi che avrei preso un riconoscimento come uno dei figuranti più eleganti del corteo. All’inizio pensai ’forse mi hanno confuso con qualcun altro’ e invece quell’attestato ancora oggi, a distanza di anni, mi inorgoglisce non poco".
E un altro premio Cristiano Militello lo ha preso anni dopo, nel 2014, su iniziativa della Magistratura di San Michele dopo aver fatto da Cicerone dietro le quinte del Gioco per il canale tematico di viaggi e turismo Marco Polo: "L’Aquila d’oro, la più alta onorificenza che la Magistratura conferisce a figure che contribuiscono al prestigio della medesima, rendendomi un grande onore. L’Aquila d’oro è il premio preferito da mio figlio Filippo – anche lui fatto nascere a Pisa - che ogni tanto si arrampica sulla mensola e la solleva come se l’avessero conferita a lui".