
L’argento olimpico ospite de La Nazione. Foto di Enrico Mattia del Punta
Pisa, 17 aprile 2025 – «Da piccolo volevo fare il Papa. Mi piaceva, lo vedevo sempre in tv. Poi ho pensato che sarebbe stato meglio fare il capo di Stato, ma ho desistito. Alla fine mi sono accontentato delle Olimpiadi». E due medaglie d’argento. Mica male, no? Filippo Macchi giornalista per un giorno: ospite in redazione ci ha raccontato il suo mondo fra sport e... scrittura.
Filippo Macchi, ha mai pensato di fare il giornalista?
«Nessuna offesa, ma non mi è mai balenato per la testa. Però...».
Cosa?
«Mi tengo informato con grande puntualità. Mi ritengo un buon lettore e riprenderò presto anche a studiare».
In che senso?
«Mi sono iscritto all’Università, per la precisione alla facoltà di "Business Administration”. Lo sport è importante ed è una grande scuola. Ma bisogna anche prepararsi un futuro».
E le piace scrivere?
«Sì e magari un giorno potrei anche pensare di scrivere un bel libro sulla mia vita. Perché no? Una volta appeso il fioretto al chiodo, ora ho troppi impegni..».
E il rapporto con i social?
«Sì, fanno parte della mia vita ma con moderazione. Una persona che ha una certa visibilità deve sempre ritenersi responsabile dei contenuti che pubblica. Attraverso i social io voglio inviare messaggi positivi soprattutto ai ragazzi. Poi c’è la mia vita privata e quella me la tengo per me».
Saliamo sull’aereo con lei. Prossime tappe?
«Il calendario è fitto: ho due gare di Coppa del Mondo – Shangai e Vancuver – e poi gli Europei a Genova a giugno. Dunque i mondiali a Tsibili».
Durissima.
«Sì, ma mi sto preparando al meglio. Purtroppo ho avuto un infortunio che mi ha un po’ bloccato ma l’obiettivo resta invariato: arrivare agli appuntamenti decisivi nella migliore forma possibile».
Anche perché la pressione è alta.
«Siamo una squadra davvero molto forte. A squadre abbiamo fatto praticamente l’en-plein nelle ultime quattro gare. Però il livello degli avversari è sempre altissimo. E adesso torneranno anche i russi».
Obiettivo?
«Non lo dirò mai».
Gli Europei si disputeranno a Genova: gioca in casa...
«Sono concentratissimo e super carico. Mi auguro che tante persone mi vengano a vedere e trovare essendo a pochi chilometri da casa. Giocare gli Europei in Italia è anche una grande occasione per il nostro sport. La scherma dà tanto. E il livello culturale degli atleti è altissimo. Lo consiglio ai ragazzi».
Che cosa si porta dentro dalle Olimpiadi di Parigi?
«Molta consapevolezza. Ho vissuto grandi emozioni e sapere di essere stato performante nel momento più importante dell’anno ti dà sicurezza. Prima ero solo un giovane atleta. Ora sono un giovane atleta con... esperienza".
Ha mai pensato di tradire il fioretto per la spada o la sciabola?
"Macché. Vengo da una famiglia di fiorettisti. Simone Vanni e Salvatore Sanzo sono amici di famiglia e sono i miei grandi idoli».
Dove tiene le sue due medaglie?
«Per ora nel cassetto di camera. Poi la appenderò in casa di mia nonna. Alla fine le mie medaglie rappresentano un percorso di famiglia iniziato con mio nonno. E’ giusto che stiano accanto a lui».
Una primavera di grande sport per la città. Dal ciclismo al calcio. Lei è un grande tifoso del Pisa: ha fatto un voto?
«Beh da piccolo volevo davvero farmi un tatuaggio con scritto ’Perché il Pisa è la mia vita e il nerazzurro è il mio colore’. Poi però mamma mi promise una scarica di legnate. E allora...».
Niente tatuaggio.
"No, ma se il Pisa dovesse centrare il suo sogno porterò la mia maglia nerazzurra agli europei e ai mondiali. Promesso".