REDAZIONE PISA

Va a trovare il figlio in carcere per portargli la droga: scoperta

Pisana denunciata: bloccata nell’anticamera del parlatorio

Detenuti in un carcere

Pisa, 6 ottobre 2014 - QUANDO si dice cuore di mamma. Una donna pisana di mezza età ha cercato di introdurre della droga in carcere e di farla arrivare direttamente al figlio, detenuto al don Bosco, ma è stata scoperta e denunciata dalla polizia penitenziaria. L’incredibile episodio è accaduto nei giorni scorsi e l’epilogo — secondo quanto si apprende da fonti sindacali della polizia penitenziaria — è frutto di una stretta collaborazione tra l’istituto e la Guardia di Finanza: sono infatti stati attivati controlli mirati, soprattutto tra i visitatori che entrano al don Bosco, per stroncare tentativi di introduzione di sostanze stuopefacenti nella struttura.

I FATTI. La donna — che in verità era tenuta d’occhio da qualche tempo per alcuni comportamenti sospetti che non erano passati inosservati al personale del don Bosco — è entrata nell’istituto come altre volte per fare visita al figlio. Ma quando è arrivata nell’anticamera dalla quale si accede poi al parlatorio vero e proprio, ha avuto una reazione improvvisa: infatti non si aspettava di vedere nel locale alcuni militari della Guardia di Finanza con i cani antidroga. Percepito il pericolo, nel tentativo di non essere scoperta, ha avuto un movimento brusco e si è sbarazzata di un piccolo involucro gettandolo a terra. Immediatamente notata dal personale di custodia è stata fermata. Dalla cartina è spuntato un pezzetto di hashish. A questo punto la donna è stata perquisita e poi denunciata a piede libero per detenzione di sostanza stupefacente. Rischia di non poter vedere il figlio per un bel pezzo visto che è stata richiesta la sospensione delle visite, misura sulla quale dovrà poi esprimersi il giudice. Non sono rare segnalazioni di tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti all’interno del carcere per i detenuti. Ma il rischio di essere sorpresi è elevatissimo e pesanti le conseguenze penali. L’istituto ha per questo rafforzato le misure di controllo, in collaborazione con le Fiamme Gialle, anche attraverso l’impiego dei cani anti-droga, il cui fiuto non tradisce.