Pisa, 15 marzo 2025 – Scuole chiuse, Università idem, paratie ed esercito. L’Arno torna a far paura. Colpa non solo delle piogge intense ma anche di una combinazione infausta tra venti ed ormai il famigerato “temporale autorigenerante”.
L’ allerta è scattata. Cosa sia successo ieri è presto spiegato da Andrea Pardini fondatore di Meteo Pop e si tratterebbe di una confluenza di venti su una direttrice ben precisa. “Come da previsioni attese – dice Pardini - si è andata a sviluppare una convergenza di venti che ha prodotto un sistema temporalesco che sta assumendo carattere stazionario sulla direttrice Livorno-Empoli – Firenze. Questo se la convergenza di venti continuerà ad apportare il giusto apporto, manterrà attivo il sistema, scaricando accumuli importanti su questa linea, con effetti sui vari corsi d’acqua”.
Situazione pertanto da monitorare, per un parziale miglioramento da domenica. Sabato ancora qualche pioggia”. I rovesci si sono intensificati su una direttrice ben precisa che è quella dell’“asta” dell’Arno; una direttrice che mette in fila da Pisa, alle Colline pisane, Firenze e Prato.
Si è formata una sorta di “V” vendicativa che scarica da ore acqua su quei territori. Sempre dal gruppo Meteo Pop si apprende che il problema è “l’autorigenerarsi di questo fenomeno proprio dal mare”. Le carte meteo indicano infatti una lingua, una spada o un cuneo di accumuli e rovesci di tipo stazionario che parte al largo della Corsica e va ad infilzare proprio la così detta “asta dell’Arno.
Pardini specifica: “Si tratta di un fenomeno noto come temporale autorigenerante. Insiste per ore ed ore sempre sulla stessa area. Al contrario dei temporali comuni che tendono a spostarsi, questi sistemi possono provocare precipitazioni intense e prolungate su una zona circoscritta, aumentando il rischio di allagamenti e disagi”.
Il mare, perdipiù, è mosso e quindi non aiuta a far defluire l’Arno anche se il moto ondoso è in attenuazione nelle prossime ore. Ma di sistemi temporaleschi autorigeneranti ce ne sono sempre più frequenti, già la scorsa estate hanno fatto danni sulla costa tra Massa e Livorno. Il sorvegliato speciale ora è l’Arno.
Carlo Venturini