di Gabriele Masiero
PISA
Tredici manifestanti e dieci poliziotti indagati, più ulteriori accertamenti su studenti ancora minorenni sui quali potrebbe intervenire la procura minorile. è il bilancio conclusivo delle indagini coordinate dalla procura e condotte dallo Sco e dalla Digos dopo i disordini dello scorso 23 febbraio al corteo studentesco pro Palestina. Nei giorni scorsi sono stati notificati gli avvisi a rendere interrogatorio a carico di 13 manifestanti indagati a vario titolo per non avere concordato l’itinerario del corteo con le forze dell’ordine e per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Nel dettaglio cinque persone sono state denunciate per non aver "dato alcuna indicazione sulle modalità di svolgimento e non avere ottemperato alle disposizioni impartite dal dirigente del servizio di ordine pubblico" e le stesse insieme ad altre otto "per essersi opposti agli operatori della Polizia di Stato, spingendoli e colpendoli nel tentativo di forzare il dispositivo di sicurezza" ma anche "per aver offeso, in più momenti, l’onore ed il decoro degli operatori in servizio di ordine pubblico, pronunciando nei loro confronti frasi offensive e sputando addosso agli stessi".
I giovani sono stati identificati analizzando il corposo materiale video realizzato dalla polizia e di quello pubblicato in rete. L’indagine a carico dei dieci poliziotti si era già conclusa nelle scorse settimane con la procura che ha ipotizzato per tutti il reato di cooperazione colposa, eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi e lesioni personali. Che tradotto dal linguaggio giudiziario significa ipotizzare che quelle manganellate nei confronti di un corteo studentesco furono sproporzionate rispetto al pericolo che si stava correndo. Le immagini dei disordini fecero il giro d’Italia e suscitarono aspre polemiche politiche con il sindaco Michele Conti tra i primi a criticare apertamente l’operato della polizia, mentre la Lega non ha mai smesso di difendere l’operato dei poliziotti. E ieri il deputato Edoardo Ziello ha detto che "gli avvisi di garanzia ai manifestanti sono una bordata a chi li ha difesi, colpevolizzando esclusivamente gli agenti". "I video - ha aggiunto - non lasciano dubbi: alcuni manifestanti hanno cercato e voluto lo scontro fisico con le forze di polizia che si trovavano in un presidio immobile per tutelare un accesso di piazza dei Cavalieri". "Il manganello - conclude Ziello indirizzando una stoccata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (che parlò di fallimento ‘dell’uso del manganello contro gli studenti’) era necessario e rappresenta un fallimento per chi non è riuscito ad educare i propri figli al rispetto verso le forze dell’ordine".