Mario Ferrari
Cronaca

Mano robotica, la fantascienza è realtà. “Così alla Sant’Anna mi hanno ridato la vita”

Il primo al mondo a provare l’avveniristica protesi è un 34enne di Milano. “Ho avuto un incidente e l’ho persa, ora posso muoverla di nuovo”. Il professor Cipriani, il suo creatore: “Magnetica, non consuma energia”

Pisa, 12 settembre 2024 – “È stato come muovere di nuovo la mano”. Daniel, 34enne di Milano, è il primo al mondo ad aver provato la ‘protesi del futuro’, recuperando emozioni e sensazioni che non provava dal settembre 2022, dopo l’incidente nel quale ha perso l’arto sinistro. “Mi sono ritrovato all’improvviso senza una mano: un momento prima ce l’avevo e quello dopo era completamente scomparsa”. Daniel è tornato a sorridere, grazie al progetto all’avanguardia dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa. Una protesi a controllo magnetico: senza elettricità o consumo di energia, capace di riprodurre i movimenti pensati da chi la indossa e di dosare la forza quando si afferrano oggetti fragili. Dopo Daniel, la soddisfazione più grande è quella del professor Christian Cipriani, ordinario di Bioingegneria dell’ateneo pisano, che per primo al mondo ha avuto l’idea di realizzare una protesi a controllo magnetico. “Vedere il primo paziente usare un cacciavite e muovere la protesi come fosse una vera mano è il coronamento di un progetto unico al mondo durato decenni, nato e sviluppato interamente tra le mura della Sant’Anna. Oggi possiamo dirlo: siamo riusciti a sviluppare una protesi funzionale alle esigenze di una persona che ha perso l’arto”.

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Uno dei test: versare l'acqua in un bicchiere

Professor Cipriani, questo progetto è veramente all’avanguardia?

“Decisamente. Stiamo parlando della prima protesi di mano - vale per qualsiasi arto - al mondo che viene controllata con dei magneti all’interno del corpo: nessun filo, nessuna connessione elettrica, soltanto piccoli congegni magnetici e muscoli che controllano i movimenti delle dita. Questo vuol dire due novità: non c’è spreco di energia e soprattutto viene garantito un controllo molto maggiore degli stimoli per compiere con naturalezza azioni quotidiane come aprire un barattolo, usare un cacciavite o raccogliere una monetina”.

Com’è stato vedere all’opera la protesi che lei ha ideato?

“Un’emozione incredibile. Sono oltre dieci anni che alla Sant’Anna portiamo avanti il progetto e avere il primato mondiale di realizzazione ci inorgoglisce. Peraltro ha funzionato al primo tentativo: un risultato sensazionale dopo solo 6 settimane di sperimentazione, che ci fa ben sperare. Comunque siamo già al lavoro per le migliorie, la ricerca non si ferma”.

Dove puntate ad arrivare?

“A creare la miglior protesi per far sì che le persone senza un arto si sentano come se non avessero perso niente. Noi siamo scienziati, dobbiamo dare soluzione ai problemi della gente e fare la nostra parte per migliorare la vita delle persone. Il controllo magnetico è oggi una nuova soluzione al problema”.

E può funzionare per tutti?

“Può essere impiantata agli amputati che hanno una muscolatura residua. E visto che i muscoli possono essere ricostruiti, è una protesi universale. L’obiettivo è creare nuove tecnologie e renderle accessibili a chiunque. L’innovazione è il futuro, e il futuro è di tutti”.