CARLO BARONI
Cronaca

Scomparso da 12 anni, il mistero di Marco Vento. La moglie: “Lo sento ancora vivo e lo aspetto”

L’uomo è sparito a Pisa l’8 marzo 2013. Rosanna lancia un nuovo appello: “Un marito speciale e un padre eccezionale. Per me è in giro e non ricorda il passato”

Marco Vento, 46 anni, era vestito come in questa foto il giorno della scomparsa

Marco Vento, 46 anni, era vestito come in questa foto il giorno della scomparsa

Pisa, 8 marzo 2025 – L’8 marzo 2013 Rosanna avrebbe dovuto lasciare l’ospedale di Cisanello dove si trovava ricoverata. Il marito, Marco Vento, era arrivato il giorno prima a Pisa, insieme al suocero, proprio perché la moglie il giorno successivo sarebbe tornata a casa (la coppia vive a Pescia Romana, nel Viterbese). Ma il giorno successivo, dopo aver fatto visita a Rosanna al mattino, ed aver appreso che le dimissioni erano state posticipate per altri accertamenti, Marco, 46 anni, originario di Orbetello, operaio in un’azienda agricola di Capalbio, divenne un fantasma. Le ricerche partirono subito. Ma dell’uomo, nessuna traccia. La macchina – una Micra nera – fu trovata sul Ponte delle Bocchette, sull’Arno, a 500 metri da Cisanello. Rosanna Cesari non ha mai smesso di cercarlo. Per lei Marco è vivo: “Resto convinta che abbia avuto un’amnesia e che sia in giro, chissà dove, senza ricordare chi è”.

Marco Vento, 46 anni, era vestito come in questa foto il giorno della scomparsa
Marco Vento, 46 anni, era vestito come in questa foto il giorno della scomparsa

Signora, come stava Marco in quei giorni?

“Un po’ di stress da lavoro e una fortissima preoccupazione per me. Fu quando i medici dissero che invece di dimettermi dovevano trattenermi ancora, che cambiò colore in volto come uno che pensa al peggio. Lo ricordo nitidamente. Però fu anche tranquillizzato”.

Dopo cosa accadde?

“Uscì dicendo che sarebbe tornato dopo, all’ora del passo. Non l’ho più rivisto”.

Fu lei a lanciare l’allarme?

“Sì, quando non lo vidi arrivare e il cellulare risultava spento. Fu trovata solo la macchina. Ma non ho mai creduto al suicidio. Nei giorni seguenti fu battuta una vasta area, anche il fiume fu scandagliato. E anche in questi anni, pur avendo l’acqua restituito tanti corpi, non è mai stato trovato Marco. Questo conforta le mie ipotesi”.

E cosa fece, secondo lei, quel giorno?

“Penso che si sia incamminato, sotto choc, in preda al panico per le preoccupazioni, e che da allora viva il presente, ma non il passato. La paura per il mio stato di salute, aiutata dalle conseguenze del piccolo attacco ischemico che aveva avuto il giorno prima di scomparire, credo siano state la causa di tutto. L’ho cercato ovunque e continuo a farlo, anche sentendo le associazioni che con i volontari aiutano le persone bisognose e chi vive per strada”.

Ci soni state segnalazioni?

“Sì, soprattutto i primi tempi, e ogni volta sono corsa”.

Come ha fatto a non perdere mai la speranza?

“Lo sento vivo. L’ho sempre sentito vivo, e lo aspetto. Ecco perché lancio ancora un appello. Marco, un marito speciale ed un padre eccezionale, il giorno della scomparsa era proprio come nella foto che vedete”.