FRANCESCA BIANCHI
Cronaca

Sparito nel nulla, il caso Vento: «Mio marito ha un blackout ma è vivo»

La sua auto fu trovata, vicino all’ospedale, sul ponte delle Bocchette

In questa foto Marco Vento è ritratto con la barba lunga

Pisa, 5 febbraio 2017 - Quel corpo che non c’è è la speranza a cui aggrapparsi. Rosanna Cesari ci crede ancora. Suo marito Marco Vento – 47 anni originario di Viterbo – è scomparso nel nulla dall’8 marzo 2013, quando la sua auto venne ritrovata su Ponte delle Bocchette. Lei ricoverata all’ospedale di Cisanello, lui reduce da una leggera ischemia. Gli ultimi avvistamenti (del 2015) lo hanno collocato nella zona di Madonna dell’Acqua. Ed è da qui, dal pisano, che riparte l’appello. «La ricerca non di un cadavere come è stato fatto nei mesi successivi alla scomparsa, ma di una persona viva, che vaga in assoluta confusione, vittima di un black out» dice la moglie che si è rivolta ai referenti pisani dell’associazione Penelope, incontrati qualche giorno fa.

Signora Cesari, a quando risale l’ultima segnalazione attendibile?

«Gennaio 2015, dopo aver diffuso la foto aggiornata con la barba ricevetti più di una telefonata e conferma: un uomo, un clochard, che chiedeva ospitalità in zona Madonna dell’Acqua. Aveva avuto contatti anche con il parroco. Poi, però, non ho più ricevuto altre indicazioni. Anche due mesi fa sono tornata a Pisa dopo una chiamata che, purtroppo, si è rivelata non utile: l’uomo, un senzatetto che gravitava nell’area di Cascina, era più anziano di mio marito e comunque proveniva dalla zona».

Lei è fermamente convinta che sia sempre vivo?

«Marco stava vivendo un forte periodo di stress, era anche molto preoccupato per il mio stato di salute. Quel giorno venne a trovarmi in ospedale ma i medici, che in precedenza mi avevano annunciato le dimissioni, decisero di trattenermi. Lui il giorno precedente era stato portato in pronto soccorso per una ischemia, i medici avrebbero voluto trattenerlo ma lui ha firmato per uscire. La sua auto, una Nissan Micra Nera, è stata poi ritrovata sul Ponte delle Bocchette, poco distante dunque dall’ospedale».

All’epoca due testimonianze confermarono la presenza di un uomo sul ponte...

«Sì. Una persona raccontò di aver visto un uomo con un piede appoggiato alla balaustra, intento a sporgersi, intorno alle 12.30. Ma non segnalò la presenza dell’auto. Un altro testimone, invece, riferì di essersi imbattuto nella macchina di mio marito alle 13.45 mentre stava salendo sulla rampa del ponte con andamento incerto. Auto che poi si sarebbe fermata alla base della rampa, in direzione Cisanello, nei pressi di una scaletta che scende verso il fiume. Io al gesto estremo, però, non ho mai creduto e non ci credo ancora».

L’obiettivo, adesso, è riaprire il tavolo delle ricerche coordinato dalla Prefettura.

«Sì la mia speranza è che possano arrivare nuove segnalazioni utili, anche se sono trascorsi quasi quattro anni dalla scomparsa di mio marito».

Lei ha distribuito sul nostro territori oltre 2mila volantini con l’immagine di Marco. Adesso, il nuovo appello e la sinergia con l’associazione Penelope. Chi avesse qualche informazione chi può contattare?

«Naturalmente le forze dell’ordine. Ma anche direttamente la famiglia. Questi i numeri da contattare: 338.9587985, 331.3630673».