CARLO VENTURINI
Cronaca

Marina di Pisa, soluzioni contro le mareggiate: “Occorrono le scogliere”

Il parere di Valerio Milano, ingegnere e professore all’Università di Pisa: "Basta insistere con le spiagge di ghiaia, i risultati non sono soddisfacenti"

Pisa, 9 dicembre 2023 – ”Ci vogliono scogliere foranee. Basta insistere con le spiagge di ghiaia. Oltre a non funzionare hanno un impatto ambientale negativo nell’intera fisiografia della costa litoranea che si estende per 70 km da Livorno a Punta Bianca". E’ in sintesi, quanto ha scritto a La Nazione, Valerio Milano, l’ingegnere e già prof. di Costruzioni Idrauliche e Marittime di Unipi. Milano fu incaricato più di trenta anni fa dalla Provincia di proteggere il litorale dai fenomeni erosivi. Ecco come ricorda gli interventi e come ha vissuto le recenti tracimazioni della ghiaia. "Le prime spiagge di ghiaia sono state realizzate dal Comune alla fine degli anni ’90 all’estremo sud del centro abitato, come intervento sperimentale in alternativa alle opere di difesa del litorale in corso di realizzazione all’inizio dell’abitato di Tirrenia tra i Bagni Marta e Paradiso. Il primo intervento con le spiagge di ghiaia fu quindi eseguito prima che fossero noti i risultati delle esperienze fisiche effettuate nella vasca marittima del Politecnico di Bari. I risultati del suddetto primo intervento non furono soddisfacenti: nel corso di mareggiate di una certa intensità il sistema scogliere sommerse–ghiaia si opponeva al moto ondoso in modo del tutto inefficace, con la conseguenza che le onde si abbattevano sul lungomare di Marina, assieme alla ghiaia scagliata con forte violenza e in enorme quantità, come si può rilevare dalle foto pubblicate dal giornale La Nazione di Lunedì 6 ottobre 2003: il lungomare, ricoperto di ghiaia, si presentava come una pista da sci".

Già nel 2003 era evidente che la ghiaia non funzionasse. Il 12 dicembre del 2003 il Comune organizzò un’assemblea pubblica. Lì si esposero i risultati delle esperienze effettuate nella vasca marittima del Politecnico di Bari, con prove relative sia allo stato attuale (difesa con scogliere foranee emergenti), sia a quello di progetto (difesa con scogliere soffolte e retrostante ripascimento in ghiaia). Il confronto tra le due situazioni metteva in luce che l’energia del moto ondoso nella zona retrostante le scogliere sommerse era maggiore di quella che si aveva con le scogliere emergenti. Malgrado tutte le forti criticità messe in luce, questo tipo di intervento di protezione di Marina è stato nel tempo esteso verso nord, sebbene procedendo in questo senso i fondali andassero aumentando e quindi la sommersione delle scogliere foranee lasciasse passare un’energia del moto ondoso molto maggiore, che le retrostanti spiagge di ghiaia non erano in grado di arrestare, come era ben noto dai risultati delle sopra citate esperienze su modello.

Quindi le criticità dell’intervento sono andate sempre più aumentando nel tempo, quando invece le scogliere foranee emergenti avevano difeso Marina in modo molto più efficace, tanto che in 40 anni non si erano mai verificati gli eventi disastrosi di questi anni. In più, le scogliere avevano creato piccole spiagge di sabbia".