
di Gabriele Masiero
Pisa
Giallo pisano. Non è il tema di un romanzo poliziesco, né il classico colore dei nostri palazzi storici. Con il candidato sindaco del centrosinistra, Paolo Martinelli, diventa anche la "bandiera" della coalizione che si presenta come principale sfidante del sindaco uscente, Michele Conti. L’annuncio arriva direttamente in Tv, nello studio di Il Segno dei Tempi su 50 Canale, dove intervistato dal conduttore Francesco Ippolito, ma anche dal nostro Renzo Castelli e dalla giornalista Rai, Vera Paggi (ospite anche il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfedonia) Martinelli ha detto di "volersi ispirare al progetto che ha portato Damiano Tommasi e di seguire il suo esempio anche da un punto di vista cromatico". L’ex presidente provinciale delle Acli ha poi ribadito che "presto presenteremo la nostra lista civica che affiancherà i partiti che mi sostengono" e incassato la disponibilità del sindaco veronese di "venire personalmente a Pisa per conoscere questa esperienza che sta nascendo". Il profilo civico, ha aggiunto il candidato di Pd, Sinistra Italiana, Sinistra civica ecologista e +Europa, "è solo il mio perché l’operazione che sta cercando di fare Conti da mesi è solo un make up, che proprio un’operazione come la mia smaschera definitivamente".
Del resto, ha osservato Martinelli con una implicita stoccata alla lista civica che per dieci anni ha visto Paolo Ghezzi nel ruolo di vicesindaco con la giunta Filippeschi e che affondava le sue radici nella coalizione di Paolo Fontanelli, "un profilo come il mio era una richiesta avanzata da anni dalla società civile e che invece è rimasta sostanzialmente inascoltata, soprattutto per quel mondo che si occupa degli ultimi e che lavora con le associazioni". E per rendere ancora più chiaro il concetto, Martinelli ha promesso, se sarà eletto, "un assessorato alla partecipazione che sia itinerante tra i quartieri e sappia riorganizzare il sistema della partecipazione con meccanismi di spesa perché la voglia dei cittadini di partecipare c’è e si vede con la proliferazione di comitati esplosa dopo la soppressione dei Ctp".
Per la prima volta, almeno pubblicamente, Martinelli ha tirato fuori gli artigli da campagna elettorale e pur continuando a tenere coperte (forse troppo) le sue carte rispetto al programma elettoral,e ha attaccato Conti e la sua giunta: "L’interventismo del sindaco su via D’Achiardi è una rincorsa per uscire da un momento di imbarazzo: quello del 2018 quando alla cerimonia delle scuse, a 70 anni dalla firma delle leggi razziali, con tutti i rettori italiani riuniti nel cortile della Sapienza l’unica sedia vuota era proprio la sua. Ed è stato del tutto insufficiente il lavoro degli assessori alla cultura, Pierpaolo Magnani, e all’istruzione, Sandra Munno: sul piano culturale la città si è spenta e per l’istruzione parla da sola la restituzione dei fondi regionali per le attività del doposcuola". Ancora piuttosto fumose invece le proposte per quanto riguarda il programma di governo. Sulla sicurezza, il candidato del centrosinistra ha rilanciato la proposta "di un patto tra prefettura, questura, Regione e Comune", ma anche un coordinamento delle politiche amministrative "per contrastare la marginalità" e l’idea di "istituire un tavolo con Ferrovie per individuare uno spazio alla Stazione dove aprire un centro diurno e allargare h24 le attività degli operatori di strada". Infine, sulla base militare dell’Arma dei carabinieri ha tagliato corto: "Non ho pregiudiziali sull’Arma dei carabinieri ma credo che sia serio parlare di fronte a progetti chiari che ancora non ci sono, neppure quelli relativi alla cosiddetta base diffusa. Anzi Conti con la sua visita ‘privata’ al ministro Crosetto ha rotto il tavolo interistituzionale che era stato costituito".