REDAZIONE PISA

Mascherine, la certificazione è made in Pisa

La Archa di Ospedaletto da un anno si occupa di test sui dispositivi. La responsabile Bevilacqua: "A marzo il 60% non superava i controlli"

Archa di Ospedaletto

Sono tra i più richiesti d’Italia, perché gli unici ad avere tutti i test accreditati di controllo Qualità delle mascherine chirurgiche. Un riconoscimento, rilasciato da parte dell’unico Ente Italiano Accredia, garanzia di affidabilità e qualità del risultato analitico. Sono anche un Centro di Ricerca che ha messo a punto il ‘Cube’, un’apparecchiatura basata sulla tecnologia al plasma freddo (NTP), in grado di sanificare gli ambienti garantendo al 99,99% l’abbattimento di batteri e virus incluso il Covid. I Laboratori Archa sono insomma un’altra tra le eccellenze pisane che da un anno rispondono all’emergenza globale mettendo in campo un’esperienza di 30 anni nel settore della chimica e della ricerca in chiave ambientale e non solo. Archa, la cui sede è a Ospedaletto, è stata tra i primi laboratori, ormai un anno fa, a investire nell’acquisto di nuovi macchinari e nell’accrescimento di nuove competenze. Valeria Bevilacqua è la responsabile del settore Qualità, Ambiente e Sicurezza dei Laboratori Archa. Dalle sue mani e da quelle dei colleghi chimici industriali e biologi sono passati, nel 2020, più di mille modelli di mascherine chirurgiche qui inviati da ogni parte d’Italia per test e certificazioni.

"Il nostro lavoro – racconta - si è focalizzato sin dall’inizio nel dare un supporto tecnico alla messa in commercio delle mascherine chirurgiche che devono avere determinate caratteristiche. La normativa prevede test specifici che eseguiamo interamente nei nostri laboratori, velocizzando per le aziende il processo di messa in commercio". "A marzo 2020 – prosegue la chimica –si scatenò una ricerca continua di laboratori per l’esecuzione dei test che ci hanno permesso di farci conoscere come partner affidabili per molte aziende che avevano iniziato a produrre mascherine, in Italia in Europa". "Abbiamo rilevato anche tanta improvvisazione – commenta -, dovuta chiaramente all’emergenza. Circa il 60% dei modelli che ci venivano portati non passava i test. Ora le percentuali sono molto migliorate". I test principali (la durata totale è di 7 giorni) riguardano la capacità di filtrazione batterica, la respirabilità, la pulizia, la biocompatibilità (materiali non irritanti, sensibilizzanti o citotossici) e la resistenza agli schizzi di sangue.

"Ci sono stati anche tanti tentativi di impiego di nuovi materiali, tessuti tecnologici, cotoni attivati, microfibre miracolose – ricorda -, ma nessuno passava il test, perché le mascherine in tessuto non sono effettivamente idonee. Lo strato più importante, quello efficace è il Tnt Meltblown che impedisce all’aerosol di passare". Non solo test, ma controllo ad ampio spettro: "Dopo aver superato i test le aziende devono seguire regole e procedure precise per la produzione e il mantenimento dell’igiene. Noi offriamo anche questa consulenza. Il livello di pulizia richiesto per le mascherine deve essere quello che si richiede alle industrie alimentari o farmaceutiche".

I laboratori di Ospedaletto sono anche il centro di ricerca della società Jonix che ha brevettato i componenti dei suoi prodotti incluso il famoso Jonix Cube, che abbatte fino al 99% batteri, muffe, virus, inquinanti organici, incluso il Covid. "È il risultato di un progetto di ricerca sulla sanificazione degli ambienti, a seguito del quale Archa, assieme a un gruppo industriale di Padova, ha fondato nel 2013 una società per la produzione di questi dispositivi – spiega Antonio Cecchi, chimico, fondatore e a.d. di Archa -. Nel 2020 c’è stato l’exploit nelle vendite perché i test dell’Università di Padova, del professor Andrea Crisanti, hanno dimostrato che Jonix Cube presenta un’efficace attività antivirale contro il Covid 19 con un abbattimento della carica virale pari al 99,99% dopo solo 30 minuti di esposizione". Un cubo che sta popolando piano piano case, musei, scuole, uffici pubblici e ospedali di tutto il mondo e che è firmato anche ‘Pisa’.

Eleonora Mancini