GABRIELE MASIERO
Cronaca

Ustionato gravemente e dopo due mesi di coma si sposa in ospedale, la straordinaria storia d’amore di Giovanni e Patrizia

Le nozze nel Centro ustioni dell’ospedale di Cisanello. La moglie: “Un nuovo inizio dopo settimane di angoscia”. La primaria Nicastro ha fatto da testimone

Il matrimonio nel centro ustionati di Cisanello. I due sposi con i testimoni e la dottoressa Nicastro

Il matrimonio nel centro ustionati di Cisanello. I due sposi con i testimoni e la dottoressa Nicastro

Pisa, 26 ottobre 2024 – “Mi chiede perché sono così felice. E io gli rispondo che stiamo vivendo, insieme, la nostra seconda opportunità”. La voce di Patrizia non è incrinata dall’emozione, semmai è sopraffatta da quel senso di speranza che va al di là di quelle nozze celebrate nella stanza del Centro ustioni dell’ospedale di Cisanello che da oltre due mesi è la casa di Giovanni. E la storia di questa coppia della provincia di Arezzo è una straordinaria storia d’amore e di un profondo atto di fede. “Sono molto cattolica - racconta Patrizia - e credo che questo nostro matrimonio possa essere l’inizio di una nostra, nuova, seconda vita”. Lui, Giovanni Fatai, 60 anni, è ricoverato con ustioni sul 60% del corpo e si è svegliato nei giorni scorsi dopo due mesi di coma. Lei è Patrizia Del Cucina, 53 anni, e da cinque è la sua compagna. Il 18 ottobre scorso sono diventati marito e moglie. L’uomo lo scorso 23 agosto è rimasto gravemente ferito dopo un infortunio sul lavoro avvenuto a Badia Agnano (Arezzo). “A fare da testimone a lui, che è figlio unico e sua madre è molto anziana - racconta la donna - c’era Emanuela Nicastro, primario del reparto”. “E’ stato un momento di straordinaria felicità dopo settimane di angoscia per me e Giovanni - prosegue Patrizia - anche se tutto il personale (medici, anestesisti, chirurghi, infermieri e Oss) ci ha accolto con grande tatto e umanità rendendo questo momento difficilissimo un’occasione unica. Anzi una seconda opportunità”.

L’uomo fu investito da un ritorno di fiamma mentre riforniva di carburante la pompa alimentata da un motore a scoppio che serve a travasare l’acqua dalle autocisterne ai depositi di acquedotti e piscine. “E’ vivo per miracolo - racconta la moglie - e ha ustioni profonde su tutto il corpo, anche perché dopo essere stato investito dalle fiamme, per cause ancora in corso di accertamento da parte delle autorità, è stato lui a spegnerle procurandosi quindi ferite ancora più estese e profonde. Fu trasferito in elisoccorso a Pisa e per due mesi è rimasto in coma, ma non l’ho mai lasciato da solo e sono stata accanto a lui a parlargli ogni giorno. Ringrazio la dottoressa Nicastro e tutto il personale medico per la grande professionalità e la grande umanità dimostrataci, ma anche il Comune di Pisa con l’ufficiale di stato civile Francesca Buccianti che ci ha uniti in matrimonio”.

Le nozze, le seconde per la donna che ha anche due figli grandi che le hanno fatto da testimoni, sono state anche una scelta nella scelta. “La grande umanità dei medici - spiega Patrizia Del Cucina mi ha permesso di stare a fianco a Giovanni anche quando sembrava che fossero le sue ultime ore. Però in quei giorni anche i medici ci hanno fatto riflettere su un aspetto burocratico tutt’altro che secondario: lui era in coma, senza nessuno e con una madre molto anziana. Avrebbe potuto arrivare il momento in cui qualcuno avrebbe dovuto scegliere per lui. E ho accettato di essere io, anche legalmente, a farlo. Ora però guardo avanti: il percorso sarà lungo, faticoso e pieno di terapie. Ma vogliamo tornare nella nostra casa di Mercatale Valdarno da marito e moglie”.