MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Medicina Test d’ingresso addio?: "Ma la vera rivoluzione sarebbe valutare l’empatia dei candidati"

Il rettore Riccardo Zucchi commenta il ddl presentato dalla Lega ieri in Senato che prevede l’immatricolazione dopo sei mesi ad accesso libero: "esiste anche un problema logistico".

Medicina Test d’ingresso addio?: "Ma la vera rivoluzione sarebbe valutare l’empatia dei candidati"

Pisa, 17 ottobre 2024 – "Non si tratta assolutamente dell’eliminazione dei test d’ingresso a medicina, semplicemente saranno posticipati di sei mesi. Se tutto rimane come adesso, la riforma è inutile se non dannosa". Il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi (nella foto), è intervenuto sul ddl presentato dalla Lega ieri in Senato che prevede di entrare alla facoltà di medicina dopo un semestre ad accesso libero, al termine del quale verrà stabilita una graduatoria nazionale. Una rivoluzione che il governo spera di poter introdurre già dal prossimo anno accademico, e che ritiene possa aumentare i posti per i medici dai 20mila attuali a 25mila.

La novità prevede che il proseguimento degli studi al secondo semestre dipenda dal conseguimento di tutti gli esami previsti durante i primi sei mesi e dalla posizione nella graduatoria di merito nazionale. Per gli studenti che non superano la selezione per il secondo semestre, sarà possibile utilizzare i crediti formativi acquisiti nei primi sei mesi per iscriversi ad altri corsi di laurea, offrendo così una seconda chance senza la perdita dell’anno accademico.

Rettore, lei è un medico: cosa pensa della novità?

"Che dipende molto da come viene realizzata. Se la selezione si continua a fare come adesso, su un test di cultura generale, solo che è posticipata di sei mesi, è inutile se non dannosa. Se invece viene vista come un’occasione per correggere il vero problema di medicina, può avere un senso".

Quale sarebbe?

"Che non si selezionano i medici giusti. L’attuale selezione con il test non considera qualità come empatia e capacità di entrare in rapporto col malato, secondo me più importanti di fisica e chimica. Se in questo semestre si introducessero questi elementi nei corsi di studio allora ha senso rivoluzionare il sistema. C’è però da aggiungere che se venissero considerati dei nuovi criteri di valutazione il test devono farlo le università e non il Mur".

C’è anche un problema logistico. Ci sono gli spazi per tutti questi studenti?

"No. Faccia conto che noi avevamo 333 posti disponibili con circa 1200 candidati: non abbiamo i poli per accoglierli. Ci sono due soluzioni, la prima è per me sciagurata ossia fare la didattica a distanza, complicatissimo se poi si deve valutare l’empatia di un candidato".

La seconda?

"Fare un semestre comune a tutte le lauree della scienza della vita. Trascorsi i sei mesi, gli studenti si smistano a farmacia, medicina o altro in base alle capacità. Questo richiede però che il sistema cambi per rendere i corsi di studio allineati tra loro e ci vorrebbero anche molti soldi. Se veramente si volessero aumentare i medici, basterebbe incrementare i posti e non rivoluzionare la procedura di selezione".