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Mensa universitaria: aumento dei costi e calo degli utenti in Toscana

Il costo del pasto in mensa universitaria aumenta a 8,30 euro nel 2024, mentre diminuiscono gli utenti paganti.

La mensa universitaria «centrale» e un cartellone di protesta (foto d’archivio)

La mensa universitaria «centrale» e un cartellone di protesta (foto d’archivio)

La mensa universitaria? "Ei fu il fiore all’occhiello del Dsu". Aumenta il costo del singolo pasto passando dai 7 euro e 60 nel 2022 agli 8.30 euro del 2024. E si prevedono altri rincari. La denuncia parte da Sinistra per. "Aumentano le tariffe, diminuisce il guadagno – dichiara la compagnia studentesca -. Nella scorsa seduta del Cda del Dsu è stata approvata la prima variazione di budget dell’anno 2024. Si tratta di un documento che descrive la situazione dei servizi del Dsu allo stato attuale e le modifiche economiche che sono necessarie per approvare il bilancio consuntivo".

"Senza andare troppo nei dettagli -: aggiunge Sinistra Per –, è lampante come per il Dsu Toscana siano aumentate le spese relative ai singoli pasti serviti a mensa alla componente studentesca. Il costo unitario, ovvero la media tra le spese sulle tre città universitarie toscane, unendo sia la spesa nelle mense a gestione diretta che in quelle esternalizzate di ogni pasto servito dal Dsu arriva a 8.30 euro, aumentando rispetto sia al 2023 che al 2022 (rispettivamente €7.62 e €8.01). In particolare, aumenta di 200mila euro la spesa che il Dsu fa per i generi alimentari: 4.147.017 euro nel primo semestre 2024, a confronto con i 3.944.839 del corrispettivo semestre 2023. E già questo basterebbe ad allarmarci, ma procediamo con ordine".

Sinistra per, passa dagli aumenti alla diminuzione degli introiti e dichiara: "Non solo aumentano le spese, ma diminuiscono i proventi derivanti dalla ristorazione. Non a caso, si nota anche un forte aumento dell’utenza borsista sul totale di chi va a mensa (+10% rispetto al 2023). Sempre analizzando i dati, emerge come diminuisca di quasi il 20% il numero di pasti serviti in generale nelle mense. In particolare, calano di quasi il 60% i pasti serviti a chi paga la tariffa mensa. In parole povere: chi ha il pasto gratuito continua ad andare a mensa, chi ha subito i forti rincari di settembre 2023 evidentemente ha smesso di andarci".

"Se ci accontentassimo di magrissime soddisfazioni – continua Sinistra Per – diremmo che ’noi l’avevamo detto’, e ce lo aveva dimostrato anche il questionario che abbiamo pubblicato un anno fa e a cui arrivarono più di mille compilazioni, ma purtroppo serve a poco. In ogni caso, resta il fatto che alzare le tariffe ha devastato il servizio, riducendo il numero di persone che mangiano a mensa e abbattendo la diversità sociale. E qua si ritorna al discorso della "mensa per poveri" che già si faceva lo scorso anno. Adesso non ci rimane che tentare qualche manovra di emergenza per riportare in vita quello che rischiamo di poter solo commemorare come ’il fu fiore all’occhiello del Diritto allo studio’". Carlo Venturini