REDAZIONE PISA

"Mi tremano ancora le gambe. I colpi al suono delle campane"

Carolina Cava era alla processione con i paesani "Il parroco ci ha detto di andare subito a casa".

Carolina Cava era alla processione con i paesani "Il parroco ci ha detto di andare subito a casa".

Carolina Cava era alla processione con i paesani "Il parroco ci ha detto di andare subito a casa".

"Mi tremano ancora le gambe".

Carolina Cava da 14 anni frequenta la parrocchia di San Michele arcangelo di Oratoio. Domenica sera era davanti alla chiesa come molti altri fedeli. "Era tutto pronto, la processione stava per partire. Al suono delle campane, abbiamo sentito alcuni botti. Non capivamo, poi, ci hanno avvisato di quello che era successo". "Il parroco – prosegue Cava – ci ha detto di tornare nelle nostre case. Per sicurezza e noi siamo rientrati".

È proprio don Massimiliano Garibaldi a raccontare quei momenti terribili subito dopo. "La processione stava per cominciare – ricostruisce il parroco – stavamo preparando, era arrivata la banda, le persone si stavano salutando e io mi stavo raccordando con la polizia municipale per gli ultimi dettagli sull’itinerario, mentre suonavano le campane, abbiamo sentito dei colpi che somigliavano però a petardi, che fossero insomma legati alla festa, ma poi qualcuno è venuto correndo a dire che erano spari e ha chiamato i vigili". "Siamo rimasti tutti attoniti – continua don Garibaldi – è una scena talmente strana, impensata difficile da capire. Poi anche per prudenza e su indicazione delle forze dell’ordine, ho congedato la folla, e allora le persone sono tornate a casa, qualcuno è rimasto a parlare, a cercare di comprendere, affacciarsi, poi, nell’arco di pochi minuti sono comunque rientrati nelle loro abitazioni".

Sulla sua pagina social, ieri mattina, ha pubblicato una lettera alla comunità: "Si respira un’aria pesante questa mattina per le vie del quartiere, mentre portiamo la quotidianità delle nostre vite dovendo assorbire quanto accaduto la scorsa notte. Siamo stati turbati e sconvolti, nella serenità a cui siamo abituati, da un evento di una violenza inaudita, che assume i tratti di un’esecuzione". Quindi il riferimento al papa e all’invito a pregare per la pace nei luoghi di guerra. Poi la condanna di quanto accaduto, "inammissibile arrivare a terminare la vita di un uomo quale che sia la ragione. Nei confronti della moglie e dei figli intendo esprimere la vicinanza della nostra comunità: non vi lasceremo soli". E l’invitno a vivere giovedì 10 ottobre alle 21.15 nella chiesa una vigilia di preghiera: "Chiederemo al signore che cambi i cuori di quanti agiscono nella violenza, che non ci faccia rassegnare alla chiusura, alla diffidenza e alla violenza, che doni serenità e pace ai nostri cuori".