Pisa, 12 ottobre 2023 – "Quella palestinese è la resistenza contro un’occupazione militare che va avanti da molti anni nell’indifferenza generale dell’Occidente". Parola di Mohammad Khalil, imam della comunità islamica di Pisa, che con La Nazione commenta i tragici fatti di Israele di queste ore, precisando però che la sua "è l’opinione di un palestinese e non dell’imam".
"La Striscia di Gaza - spiega - è una prigione a cielo aperto, dentro la quale i palestinesi sono confinati e costretti a subire qualunque sopruso da parte di Israele. Qui non si tratta di condannare o meno l’azione di Hamas, ma di comprendere la legittima volontà del popolo palestinese di autodeterminarsi: i raid di questi giorni non sono un’aggressione ma resistenza". Secondo Khalil, infatti, "ciò che accade in Medio Oriente, non è diverso da quello che è accaduto in Ucraina con l’invasione da parte della Russia di Putin: così come gli ucraini hanno diritto a difendersi dall’aggressione militare di un altro Paese, anche i palestinesi hanno diritto alla resistenza e a difendersi dall’oppressore: la Palestina chiede solo di vedere riconosciuto il diritto all’autodeterminazione del suo popolo e la volontà di vivere dentro la propria nazione". L’Occidente, conclude Mohammad Khalil, "continua a voltarsi dall’altra parte di fronte alle tensioni che da decenni costringono il popolo palestinese a vivere in condizioni di prigionia a cielo aperto: i bambini palestinesi che, fuori dalla Striscia di Gaza, vedono volare gli aerei vivono il riflesso condizionato della paura per quegli stessi velivoli che loro vedono come portatori di morte e distruzione, perché pensano che siano lì per bombardare da un momento all’altro".
Le scene di guerra di questi giorni, conclude Khalil, "sono purtroppo frequenti per il nostro popolo che conta vittime quasi quotidiane per mano israeliana ma nessuno sembra volersene accorgere da molti anni".
L’ira di Ceccardi
"Parole vergognose dall'imam di Pisa, che ha dichiarato che gli ingiustificabili, brutali massacri e rapimenti di donne, bambini, anziani perpetrati dai terroristi islamici di Hamas in Israele sono atti di 'resistenza’. Di fronte a simili parole inaccettabili e incendiarie, visto il ruolo che ricopre un imam nei confronti della sua comunità, c'è da domandarsi se non ci troviamo di fronte a un'istigazione all'antisemitismo e al terrorismo”, dice Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega e membro della commissione Affari Esteri al Parlamento Europeo.
"Auspico che il Governo – prosegue – prenda subito provvedimenti adeguati nei suoi confronti e verso tutti coloro che giustificano il terrorismo. Alla luce di quello che sta accadendo in Medio Oriente, è opportuno tenere alta la guardia su ogni minaccia, l'Ue deve sollecitare gli Stati membri a fermare ogni progetto di costruzione di nuove moschee su tutto il territorio comunitario, fino a quando permarranno le fortissime tensioni internazionali a cui stiamo assistendo, con verifiche a fondo affinché non ci sarà l'assoluta certezza che esse non siano utilizzate come megafono per diffondere messaggi di odio e violenza. Non possiamo sottovalutare il potenziale rischio di terrorismo interno, a cominciare dall'Italia. Il nostro Paese non è solo sottoposto a una pesante pressione migratoria ma purtroppo deve fare anche i conti con chi 'soffia sul fuoco’ in maniera sconsiderata come gli imam che tifano Hamas, o quelli che equiparano atti terroristici ad azioni di governi democraticamente eletti. Servono espulsioni immediate per chi istiga all'odio antisemita e potrebbe trovare terreno fertile nelle menti più suggestionabili all'interno della comunità islamica e serve anche un pacchetto di norme per controlli più stringenti nelle moschee già presenti nel nostro Paese. Ne va della nostra sicurezza e soprattutto di quella dei cittadini di fede ebraica presenti in Italia".
La replica
"Non ho dimostrato alcun tipo di ostilità nei confronti della comunità ebraica, che rispetto da sempre. Non ho appoggiato nessun tipo di barbarie. Essere pro Palestina non significa appoggiare le morti civili innocenti. E’ meschino continuare a farsi pubblicità in questo modo", ha poi affermato in una nota l’imam Khalil, replicando a Ceccardi. "E’ meschino rivoltare parole – continua Khalil – a proprio piacimento per far passare il messaggio che torna più comodo: la moschea è un luogo di culto che al contrario di ciò che dice l’europarlamentare leghista, è controllato, accessibile a tutti, volto alla tutela della comunità e aggrapparsi a qualunque pretesto per andare contro a questa causa sta diventando ridicolo e pericoloso". Sì perché secondo l’imam, "ciò che è pericoloso è proprio prendere una realtà fattuale e smussarne i tratti convenienti per tirarne fuori solo una parte ristretta, minima e decontestualizzata" e il fatto che Ceccardi "interpreti le mie parole in questo modo, è soltanto riflesso di quello che è il suo modo di pensare: per me non esistono morti di serie A e di serie B".
"Dal momento che il quadro politico che appare è pro Israele - osserva l’imam, di origine palestinese - è opportuno ricordare la realtà dei fatti, quello che in 70 anni il popolo palestinese sta subendo. E guai se questi ‘animali’, come sono stati definiti, si rivoltano. Se volete vivere con il paraocchi fatelo, ma non pubblicizzatelo". Infine, Khalil avverte: "Abbiamo 70 anni di video, foto, storie di bambini, donne, uomini, anziani palestinesi torturati e uccisi nei modi più atroci. Non dirò mai quello che vuole sentirsi dire la Ceccardi, perché non è qualcosa che fa parte di me".
La comunità ebraica
"Quanto detto dall'imam Mohammad Khalil, se pur parzialmente corretto sulla sua pagina, appare incredibilmente affine a visioni integraliste e perde volutamente di vista la realtà dei fatti, che è la premeditata e studiata aggressione a civili operata da Hamas che è una realtà terroristica riconosciuta come tale dall'Ue nella quale l'imam vive, godendo dei diritti civili propri della nostra società occidentale”. Lo afferma in una nota la Comunità ebraica di Pisa, insieme alle sezioni di Lucca e Viareggio. “La crudeltà vista in questi giorni a danno di uomini, donne, anziani e bambini - prosegue la nota - offende lo stesso concetto di essere umano, almeno nell'accezione che gli viene attribuita in ambito civile. Non abbiamo l'ambizione di 'convertire’ l'imam Khalil a posizioni di amicizia verso Israele ma ci sarebbe parso lecito attendersi distanza dal terrorismo che non è e non può essere considerato 'resistenza’. Chi poi veramente tiene ai civili palestinesi dovrebbe adoperarsi affinché si liberino dall'oppressione e dallo sfruttamento ai quali, da decenni, Hamas li sottopone”.