![Una manifestazione contro gli abusi in chiesa (. foto Ansa Una manifestazione contro gli abusi in chiesa (. foto Ansa](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NjIzNTdjZDUtNjA5MC00/0/molestata-da-un-prete-quando-avevo-12-anni.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Una manifestazione contro gli abusi in chiesa (. foto Ansa
"Mi mise spalle al muro e sentivo le sue mani addosso: sulle spalle, sulla schiena, sui fianchi". Aveva solo 12 anni. Ne sono trascorsi quasi 50 da allora, ma lei si ricorda ancora quella sensazione di disagio che provò a tal punto da farla chiudere in se stessa e portarsi dietro questo segreto per decenni. Anna Ipata, 60 anni, origini pisane e una vita da neuropsichiatra infantile alla Columbia University di New York ha raccontato al Corriere Fiorentino le molestie che avrebbe subito in parrocchia, a Porta a Lucca, alla fine degli anni Settanta. Toccò anche a lei molti anni prima dei due fratelli di Pisa, che in quella stessa parrocchia hanno subito gli abusi del parroco, ora punito dalla Santa Sede e trasferito in un istituto romano dopo avere ammesso le sue responsabilità che non avranno riflessi penali perché il reato prescritto ma che stanno alimentando la richiesta di un giudizio civile per invocare un risarcimento danni. Nel caso di Anna ad approfittarsi di lei bambina fu "un altro sacerdote, nel frattempo deceduto: negli anni Settanta frequentavo la parrocchia di Santo Stefano, come tanti altri ragazzi di Porta a Lucca e un giorno mi sono ritrovata nel corridoio della casa della parrocchia che dava sul cortile e lui mi ha bloccata con le spalle al muro e mi ha accarezzato la schiena, le spalle, i fianchi. È un ricordo vivido, la sensazione di queste mani sconosciute che mi toccavano. Non ne ho mai parlato con nessuno fino a dieci anni fa". Vergogna e frustrazioni sopite per decenni.
"Provavo vergogna - ha raccontato Anna Ipata - anche per il fatto che fosse successo nella nostra parrocchia. Lo raccontai per caso ai miei, avevo 50 anni. Solo perché si parlava di pedofilia nel clero, come fosse qualcosa che non ci riguardava. Quasi con un gesto di rabbia dissi ‘e comunque sappiate che anche nella vostra cara parrocchia c’era chi molestava i bambini’’". Un moto di rabbia, una consapevolezza nuova. Un riscatto, anche. E’ per tutto questo che oggi Anna ha deciso di rendere pubblica la sua storia e di sostenere l’associazione Rete l’abuso ed entrare a far parte del Coordinamento nazionale delle famiglie dei sopravvissuti".
Lei è riuscita in qualche modo a elaborare quanto ha subito ma "certamente un senso di violazione e di ribrezzo ti rimane addosso e quando sono venuta a sapere di quanto hanno subito molti anni dopo nella stessa parrocchia e per mano di un altro sacerdote i due fratelli ho deciso di mettermi in contatto con il fondatore di Rete l’abuso Francesco Zanardi e a supportare l’associazione".