Giovedì 19 gennaio alle 17, alla Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa (piazza S. Paolo all’Orto, 20) verrà presentato il libro "Gabriele Monasterio. Maestro e innovatore" (Edizioni Ets) di Leonardo Arrighi, giovane studioso che ha già scritto importanti volumi dedicati a eminenti esponenti dell’ateneo pisano. Nell’ambito della presentazione, interverranno, oltre all’autore: Romano Danesi, decano della Scuola Medica e rappresentante del magnifico rettore dell’Università di Pisa; Giovanni Fogazzi, nefrologo dell’Ospedale Policlinico di Milano; Paolo Pesciatini, assessore del Comune di Pisa; Antonio Toniolo, già professore ordinario di Microbiologia medica dell’Università dell’Insubria; saranno presenti anche: Lucia Bini Monasterio, nipote di Gabriele Monasterio, e Maurizio Mian, parente del grande Clinico.
Il volume nasce dalla volontà di ricordare, a distanza di mezzo secolo dalla sua scomparsa, la vicenda umana e professionale di Gabriele Monasterio, direttore della Clinica medica dell’Università di Pisa dal 1955 al 1972.
Medico dalla grande statura scientifica, Monasterio ha fornito un contributo determinante allo sviluppo della Medicina e in particolare della Nefrologia e della Medicina nucleare, tanto da creare una Scuola, che vedrà interpreti di prima grandezza. Autore di oltre 220 pubblicazioni, ha saputo interpretare con lungimiranza le rivoluzioni scientifiche del ‘900, determinate dall’ingresso delle indagini chimiche e fisiche nell’ambito della medicina: l’armonizzazione tra sensibilità clinica e risultati di laboratorio sarà uno dei tratti distintivi del suo operato, a cui si devono la nascita della Divisione nefrologica dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Fisiologia clinica del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche).
La storia di Monasterio (1903-1972) si lega alle pieghe del ‘900, alle contraddizioni di un periodo complesso. Arrighi si è immerso nell’esistenza del grande Clinico, mettendo in evidenza anche gli avvenimenti che ne hanno segnato le ultime settimane di vita: "La volontà di constatare il progresso della clinica all’unisono con le altre scienze, la tensione verso il rifiuto della scissione tra medicina pratica e scienza medica, a propria volta connessa alle scienze di base e tecnologiche. Con queste profonde riflessioni, inseguite, perseguite e ottenute nel corso dell’intera esistenza, Monasterio ha dato prova costante del proprio valore di scienziato e di uomo, perché accanto alla ricerca scientifica è sempre emerso l’uomo, pronto a cercare armonia nella sensibilità morale e nel rigore etico".