Pisa, 26 febbraio 2019 - «Sono io l’appiccatore». Sbuffa, impreca contro il vento, la sfortuna. Se stesso. «Salga in macchina. La porto su a casa mia, così le faccio vedere da dove è partito l’incendio». Mario Abbondanza – 80 anni ben portati, origini napoletane – vive da anni a San Jacopo. Per raggiungere il cascinale isolato tra gli olivi ci si deve inerpicare lungo una stradina sterrata e tortuosa.
«Erano due anni e mezzo che volevo bruciare quei rovi, maledetto me. Stamattina, giuro, non c’era vento. Gli altri giorni sì, oggi no. Ho guardato a tutte le ore. Alle 7, alle 8... niente vento. Alle 9 e un quarto mi sono messo a dare fuoco ai rovi, avevo anche circoscritto per bene l’area. Qui se non tieni pulito il podere in continuazione... non ci stai. Ci ho speso un sacco di soldi nel podere. Ma è andata male, era meglio se stavo fermo. Appena mi sono messo a bruciare il vento si è alzato, proprio in quegli stessi minuti. Prima non c’era».
Il guaio è fatto. Una mezz’ora dopo Mario Abbondanza – che, sembra, avesse fatto regolare comunicazione alla municipale della sua intenzione di procedere all’abbruciamento – ha già perso il controllo delle fiamme. E’ costretto a chiamare il 115. La cronologia sul cellulare lo conferma. Orario esatto: 9.56. «Ma invece dei vigili del fuoco - dice, con rabbia - sono arrivati tre carabinieri per farmi il verbale».
«Alle 10.30 - racconta Abbondanza (in Toscana dal 1979 dopo aver girato per l’Italia per motivi di lavoro) - i carabinieri erano già qui a chiedermi le generalità e tutto il resto. Ma nel frattempo non ho visto una goccia d’acqua. Dico proprio qui, da dove tutto è partito. Le fiamme attorno a casa mia, non a caso, si sono spente da sole. Idranti, pompe, acqua: nulal di nulla. Forse se fossero intervenuti in tempo, subito, attaccandosi al tubone dell’acqua del Comune che corre sul mio terreno, questo macello non ci sarebbe stato. Non ci sarebbe stato bisogno di far venire ‘sto esercito...» ripete mentre sopra la sua testa passa uno dei tanti Canadair che hanno fatto per ore la spola cercando di spegnere l’incendio in modo da salvare bosco e case. «Il vento ha portato il fuoco in giro per il Monte, ma come potevo immaginarlo io? Si è propagato... da qui... da questo pezzetto di terra mia... ma lo ridico: sarebbe bastato bloccarlo subito». Indica la balza bruciata e annerita dal fuoco: «Eccolo qui il punto esatto. Avevo anche ripulito tutto attorno per fare un lavoro per bene, si vede a occhio nudo. Non potevo certo immaginarmi che sarebbe successo tutto questo. Maledetto me. E la sfortuna».
Intanto l'incendio sui monti di Vicopisano oggi, martedì 26 febbraio, è ancora attivo. Lo rende noto la Protezione civile regionale. Il servizio antincendio regionale boschivo, titolare del coordinamento degli interventi, informa inoltre che gli operai forestali e i volontari stanno ancora lavorando per circoscrivere le fiamme. La superficie interessata dal fuoco è di 230 ettari e sul posto sono impegnati tre mezzi aerei Canadair nazionali e un elicottero regionale.
L'area interessata dal rogo è stata suddivisa in quattro zone presidiate ognuna da un direttore di spegnimento, mentre sono decine le squadre impegnate costituite da operai forestali e volontari del coordinamento volontariato toscano. Nel primo pomeriggio è atteso un cambio del vento che dovrebbe favorire le operazioni di spegnimento. Continuano, intanto, le operazioni di spegnimento dell'incendio nella zona di Soraggio - Sillano Giuncugnano (Lucca). La coda dell'incendio nei pressi di Sillano è l'area maggiormente tenuta sotto controllo con azioni di controfuoco per evitare che possa interessare il centro abitato. Le fiamme al momento coinvolgono 100 ettari di bosco e fino a stamani sono state impiegate circa 25 squadre costituite da operai forestali e volontari del Coordinamento volontariato toscano