ANTONIA CASINI
Cronaca

Morì a 24 anni per choc anafilattico. Caso a rischio prescrizione

Chiara Ribechini ebbe una grave reazione allergica a cena nel 2018. Condannata la legale rappresentante dell’agriturismo, l’appello a settembre

Chiara Ribechini

Chiara Ribechini

Pisa, 18 marzo 2025 – L’appello è stato fissato a settembre. Chiara Ribechini morì nel 2018 in seguito a una gravissima reazione allergica, dopo una cena nell’agriturismo di Colleoli sulle colline di Palaia. A settembre 2023 era arrivata la sentenza di primo grado, che aveva portato a una condanna per la legale rappresentante del locale, dove la 24enne cascinese aveva cenato quella sera e dove era cliente abituale, e due assoluzioni per le cuoche. Chiara ebbe uno choc anafilattico: il 15 luglio qualcosa non funzionò e il processo di primo grado ha cercato proprio di capire che cosa non andò nella comunicazione tra cucina e sala. Alla ragazza furono serviti piatti contenenti latte cui era allergica fin dalla nascita. Il procedimento per omicidio colposo si è concluso con il dispositivo letto dal giudice Domenico Rocco Vatrano. Dopo due anni dalla fine del primo grado, si terrà l’udienza di appello. E il caso potrebbe così rischiare la prescrizione.

La madre Michela Bargagna con il marito Massimo (assistiti dall’avvocato Francesca Zuccoli) ha fondato un’associazione in memoria della figlia, “Con l’allergia si può...”, perché quanto successo “non accada mai più”. In tutti questi anni i genitori hanno organizzato iniziative per sensibilizzare i cittadini sull’argomento e hanno sostenuto altre famiglie che hanno affrontato storie simili.

Il pubblico ministero Giancarlo Dominijanni, che all’epoca aveva chiesto la condanna per tutte e tre le imputate, aveva disposto anche una perizia, affidata alla professoressa Patrizia Restani, docente di chimica alimentare che indicò nella quantità di latte contenuta nel pane servito al tavolo di Chiara quella sera la causa del decesso della giovane. La 24enne, quando si accorse di stare male, si somministrò anche l’adrenalina cercando così di superare la crisi (aveva sempre un kit di emergenza con sé. “Lei era consapevole della sua allergia e anche del fatto che avrebbe dovuto conviverci; si sapeva gestire, era molto attenta”, aveva spiegato la mamma in aula). Ma non servì. Condannata a un anno la legale rappresentante dell’agriturismo, Rita Astinenti (rappresentata dall’avvocato Rosa Francini), pena sospesa, mentre le due cuoche Giovannina Montesano, 50 anni e Antonia Coppola, 59 anni (avvocati Alberto Marchesi e Rosa Rubino), erano state assolte per non aver commesso il fatto. Il giudice aveva stabilito anche una provvisionale di quasi 250mila euro per le parti civili.