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Morte in caserma alla Gamerra. Processo al terzo commilitone. Il pm chiede la condanna

Il ventisettenne Tiziano Celoni trovato agonizzante sulla branda il 10 novembre 2017. L’accusa per Fabio Tirrito, il più anziano e più alto in grado, è quella di omicidio colposo.

Morte in caserma alla Gamerra. Processo al terzo commilitone. Il pm  chiede la condanna

Il ventisettenne Tiziano Celoni trovato agonizzante sulla branda il 10 novembre 2017. L’accusa per Fabio Tirrito, il più anziano e più alto in grado, è quella di omicidio colposo.

Tiziano Celoni, originario di Viterbo, 27enne parà in fermo permanente alla Gamerra di Pisa, fu trovato agonizzante sulla branda il 10 novembre 2017, in tarda mattina. Inutili i soccorsi. Sotto accusa tre suoi commilitoni perché, secondo la Procura (pm Sisto Restuccia), non lo aiutarono quando stava male. La posizione di uno di loro, il più anziano e più alto in grado e ritenuto con l’obbligo di vigliare e procedere di conseguenza, Fabio Tirrito (difeso dagli avvocati Francesca Baregi e Gabriella Cirillo), venne stralciata con il cambio del capo di imputazione in omicidio colposo e, in sede di udienza preliminare ci fu il rinvio a giudizio. La madre della vittima è seguita dal penalista Max Giordano Marescalchi e il padre da Muriel Petrucci. Il processo, con rito ordinario, è arrivato alle battute finali nei giorni scorsi: il pubblico ministero, all’esito della requisitoria – si apprende – ha chiesto per l’imputato la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione. Dopo il duello in aula fra accusa e difesa, il giudice ha rinviato a novembre per repliche e sentenza. Per gli altri due, Augusto Simeoni e Alessio Fracassi, di Livorno, (tutelati dai legali Isabella Martini e Francesca Anedda) il procedimento è pendente in appello dopo la condanna in primo grado nell’ottobre del 2022. Erano accusati di omissione di soccorso: entrambi furono condannati in abbreviato a 8 mesi (pena sospesa) e 20mila euro di provvisionale per ciascuna parte civile, perchè, per il giudice, avrebbero dovuto avvisare i superiori e il 118.

Celoni – fu ricostruito – aveva passato la notte fuori dalla caserma fino alle 3 circa. Prima era stato a cena a Cascina, poi aveva prelevato i soldi sul lungarno a Pisa. Il 27enne sarebbe rimasto fuori dalla Gamerra con Tirrito che intorno alle 7 avrebbe chiamato Fracassi e Simeoni che lo aiutarono a portarlo dentro lasciandolo sulla branda. Poi se ne andarono. Prima delle 13.30 fu Fracassi a trovare Celoni molto grave. Il medicodell’ambulanza fece il possibile,

ma non ci fu nulla da fare. L’autopsia stabilì che il militare aveva ingerito alcol e assunto eroina. Quando fu portato dentro la sua stanza la mattina del 10 novembre era "una persona del tutto incosciente", scrisse il giudice nelle motivazioni della condanna per i due ex commilitoni giudicati in abbreviato.

Carlo Baroni