Pisa, 20 settembre 2019 - "Solo l'amore della sua famiglia potrà savlare quel papà di Catania dall'incubo". A parlare è Daniele Carli, l'uomo che nel maggio 2018 fu protagonista di un caso analogo a Pisa. Dimenticò la figlioletta Giorgia in auto per buona parte della giornata. E quando se ne accorse era già troppo tardi. Tragedie accadute purtroppo spesso in Italia, tragedie che si abbattono sulle famiglie come un fulmine a ciel sereno. Quello di Catania è un caso praticamente identico a quello di Pisa. Il papà sistema il figlio in auto per andare a lavoro ma si dimentica di lui, va direttamente in ufficio e lo lascia nel sedile posteriore. Fino a quando un familiare non trova il piccolo all'asilo. E' lì che si scopre la tragedia.
"Voglio dire soltanto di lasciarti abbracciare dalla moglie, dai familiari, dagli amici, da tutta la comunità. Di raccogliere quelle mani tese. Io lo so quello che provi: sei caduto in un pozzo buio, profondo e gelido. Ma devi sapere che si può risalire, raccogliendo proprio quegli abbracci e quelle mani tese": comincia così la lettera di Daniele Carli che è indirizzata a Luca Cavallaro, il padre del caso di Catania, avvenuto pochi giorni fa.
Che poi continua: "Lo farai con calma, senza fretta, ma così riscoprirai che si può tornare a vivere. Devi lasciarti aiutare dagli amici, da tua moglie, da chi ti vuole bene. Io sono fortunato: ho avuto e ho accanto una grande donna e una piccola donna che mi hanno riempito di amore. La grande donna è mia moglie che ha continuato ad abbracciarmi, a sorridermi a sostenermi nei pianti, tanti pianti, che ci siamo fatti insieme. La piccola donna è mia figlia Lavinia, che mi coccola continuamente. E poi ho avuto la fortuna quest’anno di andare avanti quando è nata Lucrezia che ha portato ancora più amore nella nostra famiglia. Un amore che non toglie nulla a quello che provavamo e proviamo ancora per Giorgia, che non è più con noi".