
Una sala operatoria
Pisa, 7 ottobre 2017 - «Brucio, brucio». Un grido disperato. Quella vampata di calore in corpo, improvvisa – mai avvertita in passato –, ha spinto Michele Felline a chiedere aiuto. A richiamare l’attenzione del personale della clinica Radiologica dell’azienda ospedaliero universitaria pisana. Si è manifestata così – stando alle prime dichiarazioni dei testi raccolte dalla polizia giudiziaria incaricata dal pm Miriam Pamela Romano – la reazione avversa al mezzo di contrasto costata la vita al pensionato pisano di 69 anni che, martedì pomeriggio, si stava sottoponendo a una tomografia computerizzata nell’ambito di un controllo periodico del percorso di follow-up dopo la terapia oncologica.
L’uomo stava bene e per questo era arrivato da solo in ospedale. Anche i valori della creatinina, secondo quanto risulta dalla documentazione sequestrata dalla polizia giudiziaria, erano nella norma e per questo non ci sarebbe stata nessuna controindicazione a sottoporlo all’esame. Invece è successo l’imprevedibile.
Una reazione rara, benché probabile, su cui si concentra ora l’attenzione del pm Romano. Del resto l’uomo non era la prima volta che si sottoponeva ad un Tc con il mezzo di contrasto. Che sia subentrata un’allergia a un componente del mezzo di contrasto? E’ proprio questo l’interrogativo a cui dovrà dare risposte l’autopsia che sarà eseguita martedì prossimo dal medico legale fiorentino, Lorenzo D’Antonio.
E proprio per poter eseguire l’esame autoptico, che è un atto irripetibile, il medico radiologo di turno martedì scorso a Radiologia, è stato iscritto nel registro degli indagati. «Un atto dovuto», spiegano fonti vicine all’inchiesta, per consentirgli di nominare un proprio consulente medico legale. Anche se il pm non esclude che per eseguire ulteriori accertamenti l’inchiesta potrebbe coinvolgere anche altri indagati.
Felline, come anticipato da La Nazione, stava bene ed è arrivato nella clinica del Santa Chiara da solo. Dopo aver presentato i risultati della creatinina ha risposto al questionario previsto dal protocollo dell’azienda ospedaliero universitaria pisana e ha firmato il consenso informato. Il personale della clinica ha somministrato il mezzo di contrasto, peraltro tra quelli più blandi e, poco dopo, Felline è stato fatto sdraiare per entrare nel tubo della tomografia.
Il computer collegato aveva cominciato ad operare quando il pensionato è andato in shock anafilattico. Il medico di turno gli ha subito somministrato una dose di adrenalina e ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco. Contemporaneamente è intervenuto anche il medico anestesista che è sempre presente all’interno della clinica in occasione dei turni di Tc.
Tutti elementi che sono già finiti all’interno del fascicolo sul tavolo del pm Romano. Anche una settimana fa si era verificato uno shock anafilattico durante una Tc con mezzo di contrasto (è stato già accertato dagli investigatori che si trattava di un prodotto diverso da quello usato mercoledì) ma in quel caso il paziente, immediatamente rianimato, si è salvato.