di Antonia Casini
VICOPISANO
L’hanno trovata accasciata, accanto alla donna che accudiva da luglio. Nadya si è accorta dell’incendio, è salita al piano superiore e ha provato a spostare la signora. Ma ha respirato anche lei il fumo ed è morta come Bruna Maria Ciardelli, 90 anni, da tempo allettata, che aveva tentato di salvare. Doppia tragedia in via Morandini a Cevoli, frazione di Vicopisano. Nella notte fra mercoledì e giovedì, intorno alle 4, infatti, si è sviluppato un incendio in un appartamento al primo piano, al piano terra abita il figlio (con la moglie) dell’anziana, come scriviamo anche nelle pagine nazionali.
Accade tutto velocemente. Il figlio Luigi sente delle grida: sono di Nadya Rehulych, 60 anni, da pochi giorni rientrata dall’Ucraina di dove è originaria. L’uomo stava dormendo, si alza di scatto, si infila le ciabatte e corre su per capire che cosa stia succedendo. E’ buio, sente un odore strano. Ma, quando apre la porta, i locali sono invasi di fumo. Impossibile entrare. Dentro, ci sono le due donne. Chiama il 112 e spiega la situazione. Così nella strada vengono inviate oltre a due ambulanze della Pubblica assistenza di Cascina e quella di Fornacette, anche i vigili del fuoco che riescono a penetrare la coltre di fumo, a domare il rogo e spalancare le finestre. Ma trovano le due donne in pratica senza vita. Inutile tutti i tentativi di rianimarle.
Sul posto sopraggiungono anche i carabinieri, il magistrato di turno, dottor Fabio Pelosi e il medico legale. Ma il quadro è chiaro, un grande dramma che ha provato tutta la comunità. Le cause sono accidentali. La signora Bruna da tempo non aveva più la possibilità di muoversi. Tutto sarebbe partito dalle prese che alimentano il suo letto, uno di quelli elettrici che si possono muovere per fare stare la persona in diverse posizioni. Dal letto l’incendio si è poi esteso, ma è stato soprattutto il fumo a divampare intrappolando badante e signora, vedova da molti anni.
I momenti successivi sono fatti di dolore e confusione. Con parenti e amici che cominciano ad arrivare. Gli abbracci, il confronto, poi i due corpi vengono portati via. E si cerca, tramite consolato e anche grazie alla comunità ucraina qui a Pisa, la famiglia di Nadya.
I vicini non si sono accorti di nulla, a partire dalla signora Lina. "Mia figlia che lavora fino a notte – racconta Rosario Ata – stava rincasando e ha visto confusione, non si capiva che cosa stesse accadendo, non c’era fumo e nessuno gridava. C’era caos e abbiamo pensato che ci fossero i ladri. Mia moglie va a lavorare presto e ha chiesto. Solo così abbiamo saputo che c’era stato un incendio". "L’ho appreso solo ora, passando di qui, d’inverno si dorme con le finestre chiuse – spiega Ivano Marchetti – Siamo molto dispiaciuti, Luigi ha quasi la mia età".
"Quando abbiamo visto la notizia sui social, stamattina, mia moglie ha pensato subito che fosse Bruna. Siamo rimasti sbigottiti. Anche perché stiamo qui ma non abbiamo sentito nulla. Ci conosciamo da sempre. Prima la signora usciva in giardino, da un po’ di anni non lo faceva più", aggiunge Giovanni Ferrera. E Salvadore Caponi ricorda: "Nel ’44-45 andavo a scuola con il marito della signora che è morto da tanto tempo. All’epoca c’erano i bombardamenti. Ci dicevano di andare nel rifugio. Sono passati tanti anni, eravamo molto amici".