Nasce l’Area della Cronicità: "E’ la prima in tutta la Toscana"

PISA Prima in Toscana, la ASL Toscana nord ovest ha istituito l’Area della Cronicità diretta dal dottor Graziano Di Cianni, già...

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Prima in Toscana, la ASL Toscana nord ovest ha istituito l’Area della Cronicità diretta dal dottor Graziano Di Cianni, già responsabile della diabetologia aziendale. Quando parliamo di malattie croniche ci riferiamo a patologie che sono caratterizzate da un lungo decorso, e che richiedono un’assistenza a lungo termine. L’aumento dell’aspettativa di vita ha portato inevitabilmente ad un incremento della popolazione affetta da una o più patologie croniche. I dati pubblicati nel nuovo piano sulla cronicità approvato dal Ministero, indicano che 5.5 milioni di Italiani con 15 anni o più hanno 3 o più patologie non gravi (10,6% della popolazione con 15 anni o più), 2.8 milioni hanno al massimo 2 malattie croniche, di cui almeno una grave (5.3%) e 6.1 milioni hanno almeno 3 patologie incluse quelle gravi (11.7%), anche il report Istat riporta che nel 2019, più di un anziano su due, sopra i 65 anni, (circa 7 milioni di persone) presentava almeno tre patologie croniche.

Il controllo delle malattie croniche richiede, dunque, un approccio multidisciplinare, con un ampio spettro di interventi coordinati a differenti livelli, per prevenirne l’insorgenza e assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio o già affetti da patologia al fine di rallentarne la progressione anche con interventi comportamentali.

"La neo Area della Cronicità rappresenta un modello innovativo e sostenibile di presa in carico del paziente cronico nel momento in cui accede al percorso ospedaliero e ambulatoriale – spiega Graziano di Cianni - perché promuove sia la prevenzione che l’assistenza alla cronicità e, soprattutto, garantisce un approccio omogeneo ai processi diagnostico terapeutici, riducendo il peso della malattia sulla singola persona e sul contesto sociale. Inoltre - prosegue Di Cianni - i servizi sanitari potranno essere più efficaci ed efficienti in termini di prevenzione e assistenza, assicurando equità di accesso e limitando le disuguaglianze sociali. Vorrei chiudere ringraziando il direttore del dipartimento delle specialità mediche, Roberto Andreini, per aver sostenuto e disegnato il nuovo modello e la direzione per la fiducia che mi ha sempre accordato".