di Michele Bufalino
Quando si parla di restyling e riqualificazioni c’è un nome che sta diventando ricorrente in progetti di alto livello a Pisa. Si tratta di Alessandro Pasquarelli, Chief executive officer del Gruppo Yard, già coinvolto nella realizzazione del progetto definitivo della nuova Arena Garibaldi, scelto adesso come real estate manager per la riqualificazione urbanistica del complesso ospedaliero universitario di Santa Chiara dall’associazione temporanea di imprese costituita da Inso mandataria e Integra, vincitrice dell’appalto. Sulla nuova Arena Garibaldi emergono importanti novità, perché il progetto definitivo sarebbe solo all’inizio e non vedrà la luce prima del 2021 inoltrato.
Pasquarelli, come è nata la sua nomina a Real Estate Manager per riqualificare l’area del Santa Chiara?
"Nell’ambito della gara di appalto dell’ospedale, il consorzio che ha vinto doveva indicare un real estate manager, ovvero una persona che possa studiare, facendosi aiutare dai consulenti che il consorzio metterà a disposizione, come e in che modo quell’area potrà essere trasformata. Starà poi al consorzio sviluppare l’area".
A che punto siamo?
"In questo momento in una fase preliminare. Ci sono già state una serie di riunioni propedeutiche anche con l’Aoup, ma bisognerà attendere la sottoscrizione del contratto. Solo a quel punto partiranno gli studi di mercato e di opportunità di investimento, mi occuperò di strategie e spunti come già faccio in qualità di advisor per altri progetti".
Progetti come la riqualificazione dell’Arena Garibaldi.
"Sì, ma per l’Arena ci occuperemo anche del progetto, questa invece è una attività di supporto diversa, di consulenza, stabilendo le linee strategiche sullo sviluppo dell’area".
Per il progetto definitivo dello stadio invece qual è lo stato dell’arte?
"Stiamo partendo col progetto definitivo".
Partendo nel senso che sta per essere consegnato?
"No, non è neanche iniziato. Esiste il progetto preliminare, quello impiegato ai tempi per il concorso. Fatta la variante si poteva partire col progetto definitivo, inizieremo a lavorarci adesso. Questo periodo, da marzo a maggio, è stato complicato. Il lockdown l’abbiamo pagato caro tutti e un po’ di ritardi ci sono".
Quanto ci vorrà?
"Sono lavori che dureranno dei mesi, bisogna progettare da zero. Il progetto preliminare è fatto su dei parametri e su delle variabili, il progetto definitivo invece è quello che si consegna da un lato per essere autorizzati a costruire e dall’altro alle imprese per edificare. Scende molto nel dettaglio. Non si realizza in qualche settimana".
Se ne riparla ampiamente nel 2021 quindi?
"Può darlo per scontato. Il tema vero è che ora si può partire per lavorarci".
Secondo lei sarà differente da quello preliminare?
"Non ci sono i motivi per cui il progetto debba essere stravolto. Al massimo può darsi che, rispetto il preliminare, possano esserci piccoli cambiamenti di progetto, come vengono chiamati in gergo, ma ciò che è stato visto al concorso si tradurrà così com’era".