Pisa, 4 Novembre 2024 – E’ ancora in stallo, dopo mesi dalla chiusura, la situazione della casa alloggio per le madri dei neonati prematuri. E la lista "Una città in Comune-Rifondazione Comunista" torna a chiedere risposte a Regione e Aoup. Il servizio, nato nel 2002, grazie proprio all’attivazione delle madri che avevano vissuto il trauma del parto pretermine, ha preso in carico più di 2500 nuclei familiari in venti anni. "Ma ora sul progetto è caduto un pesante silenzio - afferma il capogruppo Auletta - nonostante impegni e promesse, è tutto fermo. Nello scorso giugno in Seconda Commissione Consiliare, a seguito della nostra iniziativa, la dirigenza Aoup aveva annunciato l’imminente bando di coprogettazione ‘a costo zero’ per la gestione di una nuova casa alloggio in un reparto riadattato, snaturando completamente la complessità del servizio assicurato da 20 anni. Infatti il bando avrebbe previsto la presenza di personale specializzato e di una equipe integrata con una formazione complessa specifica come ‘opzionale’ e vincolata ad un eventuale raccolta di beneficenza (‘Io sto con Chiara’). Una proposta grottesca, una disarmante boutade che dimostra quale sia il reale interesse della dirigenza per le attività prestate in passato presso le proprie strutture sanitarie".
"Per decenni - prosegue - l’ospedale ha potuto contare su una Casa e sulla sua equipe professionale, per decenni ha goduto delle occasioni di formazione integrata promosse dall’associazione e per decenni anche della fornitura di vario materiale in dono: da marzo ad oggi tutto questo è stato cancellato ma non nella memoria e nella vita delle famiglie e delle madri, che ancora sono in contatto con l’associazione e che hanno testimoniato in molte forme la loro gratitudine. Da quella Commissione a giugno siamo arrivati ad ottobre e non c’è alcuna notizia né del bando di coprogettazione a costo zero, né della raccolta fondi di beneficenza e neppure di risorse regionali. Nulla. Pensiamo che la dirigenza dell’Aoup debba delle spiegazioni per questi ritardi, che la Regione Toscana debba spiegare perché non si sostengono questi progetti. Non saremo semplici spettatori di una vicenda grottesca che è emblematica di quello che sta diventando il welfare".