Pisa, 9 gennaio 2019 - Oltre 100 reclami, nessuna voglia di mollare e, alla fine, il risultato. Anzi, molto di più. Una collaborazione con Trenitalia per aprire i treni a tutti combattendo le barriere architettoniche. Nicola Torre, 25 anni, originario di Genova, ora residente a Sarzana (La Spezia), è uno studente pisano di Lingue. E’ disabile e si muove in carrozzina a rotelle. Da molti anni è pendolare e conosce bene i difetti dei trasporti pubblici. Non si è mai arreso e ha cominciato a scrivere instaurando un filo diretto con l’azienda e diventandone consulente. «All’inizio ho incontrato numerose difficoltà per prendere il treno, tanto che ho redatto più di 100 reclami: pochi i treni disponibili attrezzati, con sistemi di ancoraggio per la carrozzina o assenti o guasti o vandalizzati, capotreni non sempre presenti nelle operazioni di incarrozzamento, assistenza talora poco attenta o poco preparata».
L’esperienza peggiore?
«Una volta ho fatto il viaggio in corridoio attaccato alla maniglia sotto il finestrino, un’altra volta nel vano bagagli».
E poi?
«Sono stato contattato dalla direzione regionale passeggeri Toscana dove ho incontrato persone attente e disponibili, come Gianluca Scarpellini, direttore regionale di Trenitalia Toscana, che ha saputo fare di ogni reclamo un suggerimento».
Che anno era?
«Era il 2012. Da allora è iniziata una collaborazione proficua che ha dato i suoi buoni risultati, ma l’attenzione - come sottolinea il professor Toschi, disabile e consigliere regionale della Giunta Rossi per la disabilità, – va tenuta alta altrimenti tende a calare».
Gli obiettivi raggiunti?
«I treni adesso accessibili sono più numerosi, prenotabili rapidamente con sistemi di ancoraggio raramente non funzionanti, i capotreni sono presenti ed efficienti anche nel segnalare eventuali disfunzioni, l’assistenza è migliorata e c’è molta più formazione».
Prossimo progetto?
«Far sì che non solo Frecce, inter city e Jazz abbiamo la carrozza disabili al centro (dove questo non è possibile almeno in testa)».
Perché?
«Così si ha maggior sicurezza rispetto a quando è in fondo, praticamente disabitata. Ma anche più inclusività con possibilità di incontro con altri passeggeri. Inoltre, le operazioni di incarrozzamento sono più rapide e agevoli, soprattutto in caso di pioggia».
La prossima conquista?
«L’installazione di maniglie sui treni Jazz nuovi, inclusivi ma senza agganci, maniglie o cinture per la carrozzina (un argomento oggetto anche di interrogazione presentata dall’onorevole Luca Pastorino): non sono strettamente obbligatori ma sono contemplati dalle ultime norme Sti (Specifiche tecniche di interoperabilità). Renderebbero più sicuri i viaggi soprattuuto per alcune categorie di disabili che non sono tutti uguali. Questo darebbe più autonomia».