"No alla riforma Valditara: mobilitiamoci"

Docenti e sindacati a Pisa si oppongono alla proposta ministeriale sui percorsi tecnologico-professionali, ritenendola svilente per la formazione eccessivamente orientata al lavoro.

"No alla riforma Valditara: mobilitiamoci"

"No alla riforma Valditara: mobilitiamoci"

"Siamo contrari alla proposta fortemente caldeggiata dal ministro Valditara in merito ai percorsi sperimentali della filiera formativa tecnologico-professionale". Lo afferma Marta Chini, docente dell’istituto alberghiero "Matteottti", che nell’ultimo collegio dei docenti ha espresso praticamente all’unanimità il no a questa ipotesi. Il disegno di legge Il disegno di legge, approvato al Senato e in attesa del via ibera della Camera, inserisce le sperimentazioni già avviate in un quadro normativo ben preciso e ribadendo i punti essenziali: creazione di ‘reti territoriali’ che riuniscano tutte le diverse forme di istruzione tecnica e professionale; riduzione del percorso da 5 a 4 anni; potenziamento della didattica laboratoriale e delle attività di stage/alternanza; apertura a docenti esterni provenienti dal mondo imprenditoriale; curvatura maggiormente accentuata sulle ‘competenze di base’; possibilità di accedere al conseguimento del diploma previa validazione da parte di Invalsi. "Secondo Valditara - osserva l’insegnante - la riforma è ideata per venire incontro alle esigenze dei giovani desiderosi di una formazione più in linea con i loro ‘talenti’ naturali e più facilmente spendibile nel mondo del lavoro, ma anche alla richiesta del tessuto produttivo, interessato a ricevere figure professionali più dinamiche e al passo con le innovazioni. Noi invece crediamo che svilisca la formazione tecnica e professionale declassandola a mero avviamento professionale, dimenticando che la formazione umana e culturale dei nostri ragazzi è tra gli obiettivi prioritari della scuola costituzionale. Il tutto accompagnato da un ulteriore potenziamento del ruolo di Invalsi nella scuola e da una pericolosa apertura a docenti senza alcuna formazione pedagogica e con dubbio inquadramento contrattuale".

Chini, osserva, inoltre, che la proposta del ministro "non centra neppure l’obiettivo ‘professionalizzante’, perché non è pensabile una formazione professionale di qualità senza solide basi generali: anche se per il momento si tratta di una ‘sperimentazione’ e non di una riforma sistemica, abbiamo deciso di dare comunque visibilità pubblica alla nostra posizione critica, cercando di agire prima che sia troppo tardi e arrivi dall’alto qualche provvedimento tra capo e collo, a dispetto del parere di chi la scuola la vive quotidianamente e la conosce davvero". Per questo, conclude l’insegnante, "ci auguriamo di riuscire a coinvolgere nel nostro percorso di sensibilizzazione anche i rappresentanti sindacali e le altre scuole del territorio pisano".