Nuovo centro sportivo: "Quel terreno è a rischio anche di... escamotage"

Auletta (Una Città in Comune): "Più semplice sarebbe scegliere un’altra area"

Nuovo centro sportivo: "Quel terreno è a rischio anche di... escamotage"

Auletta (Una Città in Comune): "Più semplice sarebbe scegliere un’altra area"

di Michele Bufalino

PISA

Il centro sportivo del Pisa tiene di nuovo banco in commissione consiliare. Ciccio Auletta, capogruppo di Diritti in Comune solleva l’urgenza di un approfondimento sul tema: "Stiamo aspettando da aprile la relazione del professor Stefano Pagliara e a questo punto abbiamo insistito presentando richiesta di chiarimento da parte del dirigente Daisy Ricci - dice a La Nazione -, cosicché possa chiarire, per quanto di sua competenza, l’iter e i tempi che spettano alla sua direzione". In questa fase di stallo, cui è seguito anche il silenzio da parte del Comune di Pisa sulla vicenda del battente idraulico, Auletta torna all’attacco. "Problemi che ormai non si possono più nascondere sotto il tappeto - prosegue il capogruppo di Diritti in Comune -. I nodi prima o poi vengono al pettine. Ad ogni annuncio trionfalistico è seguita puntualmente una smentita, e si va avanti così da almeno un paio d’anni. Si è provato ad addossare la colpa a chi a cercato di vederci chiaro - prosegue -, mettendo in luce fin da subito problemi e incongruenze, a chi ha cercato di tenere al centro della vicenda il bene comune, ma ora risulta evidente che le responsabilità vanno cercate altrove. La società, stufa di aspettare, si è arrabbiata e punta il dito contro la Giunta Conti la quale si difende come può". Per Auletta è molto difficile costruire su un terreno altamente a rischio: "L’abbiamo detto fin dall’inizio che quell’area non era idonea - analizza Auletta -, per questo e per altri motivi, perché insistere? Non sarebbe più semplice, e più veloce, scegliere un’area senza tutti questi problemi? Il progetto deve essere ripensato, quanto meno con un forte ridimensionamento, non è possibile far finta di nulla. Se si scelgono le destinazioni d’uso in base alle proprietà delle aree e non alla loro idoneità, poi è inevitabile che si creino problemi - insiste il capogruppo di Diritti in Comune -. Quello che non vorremmo ora è che la toppa fosse peggiore del buco: non vorremmo cioè che, dopo che la società ha battuto i pugni sul tavolo per pretendere che le procedure procedano spedite, si trovi qualche escamotage per aggirare l’ostacolo magari solo sulla carta. Poi però le piogge cadono davvero, e sappiamo quanti danni possano fare anche nelle aree di pianura".

Colpe profonde, per Diritti in Comune, vanno cercate anche nell’amministrazione: "Non è certamente competenza del Comune dare il via libera da un punto di vista della sicurezza idraulica - conclude Auletta -, ma sarebbe stato compito del Comune approfondire il tema prima di approvare una variante urbanistica di questa portata in area di pericolosità idraulica P3. Ma purtroppo si sa, la sicurezza idraulica è in cima ai pensieri di tutti quando si commentano le tragedie, ma tutto il resto dell’anno non interessa a nessuno".