di Renzo CastelliPISALa scomparsa di Oliviero Toscani tocca anche la nostra città. Non soltanto perché fu il grande fotografo a disegnare nel 2008 il marchio e a dare il geniale nome di “Palazzo Blu” al nuovo museo che l’allora Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa stava creando nell’ex palazzo Giuli ma anche per i rapporti che ebbe per un decennio con la tenuta di San Rossore. Chi scrive queste note ebbe un rapporto molto stretto con il grande fotografo. Collaboravo fin dalla sua nascita con “Cavallo Magazine”, la rivista di equitazione che Andrea Riffeser Monti, editore di Qn-La Nazione-Il Resto del Carlino e Il Giorno oltreché presidente della Federazione Nazionale Editori Giornali) aveva creato nel 1986. Due anni dopo Giorgio Martinelli, un giornalista del Resto del Carlino che aveva contribuito a far nascere la rivista, mi chiese di andare a intervistare Oliviero Toscani nella sua tenuta di Campigallo a Casale Marittimo per costruire quattro servizi nei quali il famoso fotografo doveva descrivere come avrebbe raccontato, usando il suo magico obiettivo, le quattro stagioni dell’anno. Toscani fu molto disponibile. Aveva allora la grande passione per i Quarter Horse, una razza particolare di cavalli molto amati dai nativi americani. Curava personalmente l’allevamento avendo come partner il figlio Rocco che all’epoca aveva meno di dieci anni ma era già un cavaliere provetto. Per quattro volte, in ognuna delle stagioni, mi recai a Campigallo.
Ogni volta mi invitava a pranzo nella villa, a monte dell’allevamento, dove risiedeva con la terza moglie Kirsti, un’ex modella norvegese, il figlio Rocco e la nuova nata Lola. Una cosa che mi colpì molto fu che non aveva la televisione, una particolarità della quale mi dava ogni volta filosofiche spiegazioni. Quando mi recavo a Campigallo lui si limitava a darmi alcune indicazioni tecniche da quel grande fotografo che era sulle quali io poi stendevo un servizio più articolato che era un mix di tecnica ma anche di colore. Dopo quegli incontri ci perdemmo di vista salvo vederci ogni anno in autunno alla Fiera Cavalli di Verona. Nel 2004 lo incontrai di nuovo a San Rossore dove lui, dopo aver stretto un rapporto con il nuovo presidente della Regione Toscana Claudio Martini, progettava di creare un centro e una scuola per la comunicazione ristrutturando l’ala sinistra della Sterpaia.
L’ente parco era però restio su quel progetto tanto che, nelle more dell’approvazione, il centro e la scuola per la comunicazione trovarono posto in un precario sul vasto prato che è fra le due ali della Sterpaia. Ma quando Martini nel 2010 uscì di scena anche il progetto a San Rossore si arenò. Oggi “La Sterpaia” è il nome dell’agenzia di comunicazione creativa che Rocco e la sorella Lola hanno creato sui Navigli a Milano.