Pisa, 9 ottobre 2024 – “Un uomo vestito di nero, magro, a bordo di uno scooter da solo e con qualcosa di scuro sul viso”. È l’identikit dell’assassino del 37enne albanese Rezart (per tutti) Beni Arshiaj, o almeno di colui che è stato visto, stando a una testimonianza, mentre usciva dalla corte di via Oratoio pochi secondi dopo gli spari.
Prima delle 21, fedeli, sacerdote e i componenti della banda musicale sono radunati in piazza Garibaldi, davanti alla Chiesa di San Michele arcangelo di Oratoio. Sta per cominciare la processione per la Madonna del rosario.
Le campane e gli spari. I musicisti sono in attesa sotto al campanile, proprio di fronte all’ingresso della corte di casa di Beni che, pochi attimi prima, parcheggia il furgone intestato al cugino (per motivi di cittadinanza).
L’uomo viene raggiunto mentre è ancora sul sedile lato guidatore da almeno 3 colpi di pistola (solo l’autopsia dirà quanti sono stati con precisione) di piccolo calibro e ucciso.
“Eravamo arrivati intorno alle 20.45 – spiega la presidente della Filarmonica Municipale G. Puccini di Cascina, Lisa Sgherri – Mi trovavo sotto il campanile con altri tre, abbiamo sentito tre colpi che, lì per lì, ci sembravano petardi. Una componente, poi, ci ha riferito di aver visto, subito dopo gli spari, un uomo magro vestito di nero con il volto travisato, non ricordava se dal casco o da una maschera scura, uscire dalla corte a bordo di uno scooter”.
Sarà quello ritrovato a Ospedaletto lunedì pomeriggio? È risultato rubato. Potrebbe essere una pista, soprattutto risalendo alla denuncia e al luogo del furto. Ci sono telecamere in quel punto?
“Noi invece abbiamo notato un signore uscire dalla corte urlando di chiamare i vigili che, anche loro, erano nella piazza per il corteo che sarebbe dovuto partire a breve”. Probabilmente, era uno dei vicini che ha poi avvisato la moglie Ina.
Un racconto importante che va a unirsi agli altri elementi su cui sta lavorando la squadra mobile. Primo fra tutti, il cellulare di Beni, quali i contatti e i messaggi? L’ultimo è stato inviato proprio alla moglie Inxhi (Ina) che gli aveva chiesto intorno alle 20.30: “Fra quanto torni? Sto preparando la cena”.
“Sono in un bar con amici per un preventivo. Arrivo tra 20 minuti”. Orario rispettato. Beni è entrato nel vialetto intorno alle 21. Rezart era giardiniere e muratore. Saranno sentiti infatti anche i suoi datori di lavoro. Potrebbe essere successo qualcosa in quel locale? Forse è stato seguito?
Altro aspetto da scandagliare, le telecamere: la polizia sta acquisendo le immagini della videosorveglianza privata e dei negozi, tra cui le due banche su via Marsala. Gli occhi elettronici del dirimpettaio di Arshiaj si sono bloccati sabato per poi riprendere la registrazione domenica alle 22, un’ora dopo il delitto. Anche se sono comunque puntati nel giardino e non sulla strada.
Allo studio le possibili vie di fuga del killer e il percorso, così come eventuali sopralluoghi nei giorni precedenti. Si studiano anche i conti correnti della vittima per capire se possano esserci stati movimenti strani negli ultimi tempi.
Altre risposte arriveranno dal corpo di Beni, l’autopsia si terrà nelle prossime ore. Importanti i proiettili che saranno analizzati per capire l’arma dalla quale sono stati esplosi. Tante le ipotesi, nessuna esclusa al momento come la vendetta secondo il codice albanese Kanun o l’avvertimento andato male.
Antonia Casini
Enrico Mattia Del Punta