Pisa, 9 gennaio 2024 – Almeno venti colpi di cui due mortali al collo e al torace. Ileyes Amri, 27 anni appena compiuti, di origini tunisine è morto in ambulanza. Il delitto è stato ripreso dalle telecamere che si trovano in zona, in piazza Vittorio Emanuele, sotto i loggiati davanti alle Poste centrali. Su chi li abbia inferti materialmente stanno ancora indagando i carabinieri che hanno fermato, sabato sera, un georgiano di 32 anni (che si trova nel carcere Don Bosco) noto come Shota, nelle prossime ore è atteso l’interrogatorio di garanzia: in quell’occasione, difeso dall’avvocato Gian Filippo Catarsi di Livorno, potrà chiarire la sua posizione. Ma i carabinieri cercano un connazionale: sarebbe stato lui a sferrare i due colpi fatali. Si teme la fuga dell’uomo, in queste ore le indagini sono serrate nella comunità georgiana. Sarà l’autopsia a chiarire quale sia stato il colpo che ha portato alla morte il giovane che lavorava nel mondo dell’edilizia. E quindi a stabilire chi dei due indagati sia accusato di essere l’autore effettivo dell’omicidio. Stamani sarà dato l’incarico al dottore Andrea Scatena e al professor Marco Di Paolo, l’esame autoptico si terrà poi venerdì.
C’è poi un altro georgiano, 42 anni, indagato, ma, al momento, solo per rissa. Dopo il passaggio per le cure e il referto in pronto soccorso, è stato lui stesso a presentarsi agli uomini dell’Arma: "Non sono stato io e non c’entro con l’omicidio, non conoscevo Amri". E’ stato ascoltato a lungo e rilasciato.
La famiglia di Ilyes Amri si è affidata all’avvocato Gabriele Dell’Unto: "Chiediamo alle forze dell’ordine di fare chiarezza", affermano i fratelli.
Ancora da capire i motivi. Si è parlato di rissa con cocci di bottiglia e coltelli, ma perché è stato ucciso proprio il 27enne tunisino? I fratelli negano con forza che il giovane spacciasse. E sostengono che l’uomo sia intervenuto in realtà proprop per stemperare gli animi. Animi accesi da un acquisto forse di stupefacente non andato a buon fine.
Il fatto è avvenuto nella zona in cui, su disposizione del comitato presieduto dal prefetto di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro, era in corso un servizio straordinario delle forze dell’ordine.